Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti a breve si appresta a ricevere una delegazione dei sindacati del trasporto aereo che stanno manifestando da tutta mattina sotto la sede del ministero dello Sviluppo economico. I lavoratori delle compagnie aeree in crisi, infatti, in presidio davanti al Mise, hanno bloccato il traffico in via Veneto e si stanno dirigendo verso piazza Barberini. Sono in piazza, per la manifestazione proclamata dai sindacati, i lavoratori di Alitalia, di Air Italy, Norwegian, Ernest, Blue Panorama.
"Alitalia whatever it takes", c'è scritto su diversi cartelli che parafrasano la frase del presidente del Consiglio Mario Draghi sull'euro. "Alitalia = Italia", è un altro slogan. "Alitalia per riprendere il controllo del nostro Paese" e "Volete un paese senza orgoglio?", si legge su altri manifesti mentre un grosso striscione attacca il Mise ribattezzato "Ministero del sotto-sviluppo economico". La manifestazione è molto affollata, con fumogeni e vuvuzelas.
“Una vergogna che il Presidente Draghi dica che costiamo tanto!” Questa le urla di un manifestante davanti al MISE durante la protesta; dietro di lui, davanti alla porta principale del Ministero, una finta bara con dentro un aeroplano con il marchio Alitalia.
Covid, lavoratori dello spettacolo occupano il Globe Theatre di Roma
"A noi gli occhi, please". Recita così lo striscione che cita il celebre spettacolo di Gigi Proietti e sovrasta da stamattina il palco del Globe Theatre di Roma, occupato da un gruppo di lavoratori dello spettacolo decisi ad alzare l'attenzione sul settore, devastato dalla chiusure causate dalla pandemia. Nel giorno in cui è previsto l'intervento su questo tema del ministro della Cultura, Dario Franceschini, al question time, la Rete dei lavoratori dello spettacolo reclama continuità di reddito e maggiore sostegno a chi lavora nel settore degli spettacoli dal vivo. Gli occupanti, che sono tutti 'tamponati' ed hanno scelto il Globe proprio perché aperto e non a rischio, chiedono anche che le riaperture siano accompagnate non solo da condizioni di sicurezza sanitaria, ma da una riforma strutturale del settore che metta fine alla precarietà. "Non vogliamo una riapertura senza sicurezza, che ci faccia ripiombare in un mondo del lavoro ancora più incerto e privo di garanzie. Riapriamo questo spazio a tutte le precarie, a tutti gli sfruttati, per riappropriarci di un tempo di confronto e autoformazione", si legge in una nota dei lavoratori.
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