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Politica
Altro che Italicum, la Cassazione a Napolitano: tornare subito al voto

Sentenza clamorosa della Cassazione. Dopo la Consulta, che a gennaio aveva dichiarato incostituzionale l'attuale legge elettorale, arriva il pronunciamento decisivo della Suprema Corte. Che mette nero su bianco una serie di considerazioni che potrebbero portare, secondo gli avvocati che hanno patrocinato la causa, addirittura a una impossibilità da parte del Parlamento a cambiare la legge elettorale. Insomma, l'Italicum di Renzi potrebbe essere approvato solo a fronte di nuove elezioni. Gli avvocati Aldo Bozzi e Claudio Tani, in una lettera al presidente della Repubblica, scrivono: "Vorremmo attirare la Sua attenzione sulla importantissima recente sentenza pronunciata dalla Corte di Cassazione, n. 8878/14 del 4 aprile 2014, nella quale, con l'efficacia del "giudicato erga omnes " è stato accertato e dichiarato che "...i cittadini elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale, per la oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica, a causa del meccanismo di traduzione dei voti in seggi, intrinsecamente alterato dal premio di maggioranza disegnato dal legislatore del 2005, e a causa della impossibilità per i cittadini elettori di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento...".

Dopo questa premessa, arriva la parte decisiva: "Il principio di continuità dello Stato non può legittimare fino alla fine della legislatura le Camere elette in violazione della libertà di voto e che sono il frutto della grave ferita inferta "alla logica della rappresentanza consegnata dalla Costituzione". Ciò comporterebbe una grave violazione del giudicato costituzionale e di quello della Corte di Cassazione, nonché una persistente inammissibile violazione della Costituzione. Si tratta di pronuncia che è destinata a spiegare i propri effetti proprio per il futuro e che, quindi, non può essere ignorata, poiché ha accertato con forza di giudicato l'avvenuta violazione del diritto di voto di tutti gli elettori italiani, non soltanto dei ricorrenti. Ne consegue che l'attuale Parlamento, stante " la oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica", non ha alcuna legittimazione democratica per apportare modifiche alla vigente Costituzione, né per  modificare la legge elettorale risultante dalla sentenza n. 1/2014 della Corte Costituzionale. Auspichiamo, pertanto, che Lei, preso atto dell'ineludibile giudicato e dell'obbligo giuridico di darvi pronta attuazione, promuova gli atti necessari affinché il Popolo Italiano sia finalmente messo in grado di "esercitare il diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale".

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