La Boldrini rapper spopola in Rete
Musica elettronica, ritmo sincopato e la voce di Laura Boldrini che elenca i nomi dei candidati alla presidenza della Repubblica. E' il brano techno che sta spopolando in Rete e che con il passaparola sui social network ha accumulato centinaia di migliaia di visualizzazioni. L'autore, Pixho, spiega di aver avuto l'idea mentre stava lavorando e di sottofondo ascoltava lo scrutinio. "Techno, erotico, subliminale. Che altro dire...", scrive una internauta che dimostra di apprezzare il brano e soprattutto la voce della Presidente della Camera.
'Sexy' è l'aggettivo più ricorrente tra i commenti degli ascoltatori che ironizzano sul messaggio subliminale del 'testo'. Se infatti la Boldrini scandisce in maniera asettica il nome di Romano Prodi (quasi a volere prendere le distanza) e con noncuranza quello di Walter Veltroni, si rianima quando legge quello di Rodotà, il candidato del Movimento 5 Stelle. E lo fa specie quando sulla scheda c'è scritto 'S. Rodotà', escamotage usato dai suoi compagni di partito (Sel), per 'segnare' le schede ed evitare di essere additati come franchi tiratori. Giò Ebasta scrive: "eSsse rRrodotà so sexy", segno che il nome del costituzionalista scalda gli animi (a differenza di quello di Romano Prodi o Annamaria Cancellieri). E se a metà del testo sono i nomi dei candidati a farla da padrone, verso la fine, appena prima della nomina di Napolitano, è un fiorire di 'scheda bianca', ripetuto migliaia di volte in pochi secondi, a simboleggiare lo smarrimento della politica prima dell'accordo su King George.

La presidente della Camera non sembra aver disdegnato il remix della sua voce. E l'autore, a scanso di equivoci, ci tiene a sottolineare che "non è una presa in giro della Boldrini e penso che le persone che le inviano i messaggi terribili siano dei miserabili". Già, perché se il remix è uno sfogo musicale ad una incapacità politica di prendere decisioni, gli insulti, le minacce e i fotomontaggi porno che sono girati in rete subito dopo la sua elezioni sono il simbolo di una rabbia primitiva della Rete verso le istituzioni. Insulti così pesanti che hanno portato la Boldrini a denunciare tutto alla Polizia Postale e a chiedere l'oscuramento di alcuni siti.
"Non è una cosa fatta con cura, è molto instant", spiega l'autore. Nome in codice Pixho. "L'idea è nata venerdì pomeriggio: lavoravo e ascoltavo lo scrutinio da Montecitorio in sottofondo. Ho registrato la traccia stereo, poi è bastato qualche taglio con Audacity. Per la musica, ho creato rapidamente delle percussioni e dei synth con Logic. Tutto molto veloce: esclusa la registrazione, ho impiegato un'ora o poco più. Senza niente di pronto: con un po' d'esperienza e un qualsiasi software musicale, non è difficile produrre cose di questo tipo".
Una delle particolarità del brano, sottolineate dall'autore, è che la Boldrini elenca i nomi di Napolitano, Rodotà e Prodi, ma non quelli 'fasulli', come Francesco Guccini, Rocco Siffredi e Valeria Marini, perché, spiega Pixho: "Non avevo alcun interesse a ricamare su risolini e applausi scaturiti da nomi inattesi. Il Paese è alla morte culturale e sociale: questo è il messaggio che volevo trasmettere. Voce piatta e ipnotica da una parte, proto dance minimale dall'altra e un tristissimo picchiettio del synth sull'applauso finale, a simboleggiare la contraddizione depressione/giubilo".