Riforme, Boschi all'attacco di Rodotà. "I professori le bloccano da 30 anni"
"Io temo che in questi trent'anni le continue prese di posizione dei Professori abbiano bloccato un processo di riforma oggi non più rinviabile per il Paese". Lo dice il ministro Maria Elena Boschi ad Agorà sottolineando la legittimità dei dubbi di Stefano Rodotà, promotore assieme a Gustavo Zagrebelsky dell'appello contro le riforme di Matteo Renzi, ma anche l'esistenza di costituzionalisti a favore del progetto del governo.
"Certo - aggiunge - ci possono essere posizioni diverse che sono legittime: in particolare trovo legittimo che Rodotà abbia profondamente cambiato idea, perchè ricordo che nell'85 fu il secondo firmatario di una proposta di legge che voleva abolire il Senato. Ma dico che ci sono altrettanti costituzionalisti validi che invece - conclude - sostengono il nostro progetto".
Nel dibattito si inserisce anche Renato Brunetta, che a Mix 24 su Radio 24 afferma: "C'è un grande problema. Non ci fidiamo più di Renzi, perché non sta mantenendo gli impegni". E continua: "E' un imbroglio, come l'imbroglio delle province di ieri. Non si cancellano le province, le province rimangono, i costi rimangono, si aumenta di 20 mila il numero dei consiglieri comunali e degli assessori, a fronte di un'eliminazione di 3 mila consiglieri provinciali, presidenti di provincia eccetera. E' un vero imbroglio. La frase 'si va avanti, tutto bene' di Berlusconi è datata penso a venti giorni fa. Perchè la legge elettorale alla Camera è stata approvata, con modifiche, e attualmente è strabloccata al Senato".
Mentre Beppe Grillo ribadisce il suo 'no' assoluto alle offerte di dialogo sulle riforme: "Assolutamente - risponde da Napoli, nuova tappa del suo tour, a un giornalista - Oggi il no è la forma più pura della politica". E ribadisce la convinzione di vincere le elezioni europee superando il Pd nel numero di seggi conquistati. "Vinceremo senza ombra di dubbio. Sono 75 i deputati in palio per l'Italia e se ne prendiamo uno più del Pd avremo vinto. Sarà l'unico modo - ha aggiunto - per far funzionare davvero il Parlamento europeo".