Nel Carroccio esplode il caso Bossi. Salvini e Fontana stroncano il Senatùr
@AlbertoMaggi74
Attilio Fontana, sindaco di Varese e uomo vicinissimo a Roberto Maroni, con un’intervista ad Affaritaliani.it, usa parole di fuoco contro Umberto Bossi, reo di aver criticato aspramente il presidente lombardo: “Penso – esordisce Fontana - che Bossi faccia un doppio male alla Lega in un momento in cui dobbiamo andare al ballottaggio delle Amministrative. Credo che in tutte le democrazie ci siano i luoghi deputati alle valutazioni. Il congresso della Lega dello scorso anno ha dato un certo risultato e questa è la linea che dobbiamo seguire fino alla prossima assise. Tutti gli interventi fuori da questa prospettiva sono fuori luogo e sbagliati. Anche perché non dobbiamo dimenticare che tutte le volte che anche in altri partiti ci sono stati questi sconvolgimenti si è fatto solo il male del partito. Il Pd è lì ad insegnarcelo”. Poi dice no all’espulsione del Senatùr dal Carroccio anche se gli consiglia di sbarazzarsi dei suoi consiglieri: “A Bossi si dovrebbe impedire di ascoltare le troppe sirene che gli suonano intorno e che già l'hanno portato una volta sugli scogli e che già hanno fatto il male della Lega. Sirene che continuano imperterrite a portargli notizie infondate e che contribuiranno ancora di più a portare il nostro grande movimento sugli scogli. Queste persone sono incapaci, ignoranti e prive di senso etico. Purtroppo esistono e in democrazia – conclude amaro il sindaco varesotto - anche loro hanno il diritto di parlare" Daniele Riosa @DanieleRiosa |
"Polemiche inutili e accuse ingenerose". Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega Lombarda, intervistato da Affaritaliani.it, risponde punto su punto alle ultime accuse di Umberto Bossi a Roberto Maroni ("E' un traditore"). "Ogni leghista sta lavorando in questo momento. Il nostro obiettivo è quello di ridurre le tasse e di dare casa e lavoro. Il nemico sta a Roma e a Bruxelles; le polemiche aiutano solo i chiacchieroni e gli spreconi di Roma e di Bruxelles. Spero che questa sia l'ultima polemica".
Bossi dice di essere lui il capo della Lega... "Il segretario federale è Maroni e la Lega è delle sue decine di migliaia di iscritti. E' dei militanti e non di un singolo. Eterna riconoscenza a Bossi, ma così facendo fa male a se stesso perché verrà ricordato solo per le polemiche inutili. E fa male alla Lega. Entro l'anno si va allo scontro fra chi produce e i parassiti che stanno a Roma e a Bruxelles... o si muore o si vive. I comuni, le aziende e le famiglie sono alla canna del gas. E' già uno scontro difficile e se non ci vai compatto non vinci. Da segretario della Lega Lombarda dico che chi non ha voglia e non se la sente può accomodarsi altrove".
Bossi fuori dal movimento? "Spero di no per lui. I militanti e gli elettori meritano rispetto e non vogliono litigi e polemiche. Tra l'altro, io uno come Gad Lerner non lo farei neanche entrare a casa mia", aggiunge Salvini.
L'europarlamentare del Carroccio ricorda infine quanto fatto dal Governatore lombardo in tre mesi: "Tagli di 80 milioni di euro ai costi della politica in Regione Lombardia, stop a nuovi centri commerciali (prima Regione in Italia a farlo), un milione per aiutare i genitori separati e divorziati, 200 milioni ai comuni in difficoltà, nuova legge di riforma per assegnare più case popolari agli italiani, 150 milioni per aziende e lavoratori in difficoltà, via Equitalia entro l'anno, meno tasse ai locali che tolgono le slot machine, 50 milioni per aiutare disabili, anziani e famiglie. Questa è la Lega che piace, non quella che litiga", conclude Salvini.
Lega/ Bossi contro Maroni: "Ha tradito la Padania, è ora di fare i conti"
"Mi fa rabbia che Maroni cancelli 'la Padania' e si rammolisca con 'Prima il Nord' proprio quando era maturo il tempo per farci forza del diritto internazionale. Nell'Europa in crisi torna attuale l'indipendenza dei popoli attraverso il referendum come in Scozia e in Catalogna, superando la fase del federalismo. Lo faremo anche in Padani". Suona come un manifesto della 'nuova Lega' la conversazione pubblicata da 'la Repubblica' con Umberto Bossi, con al fianco la sola moglie Manuela Marrone. "La forza io ce l'ho ancora, a me non mi ammazza nessuno. E stavolta mi hanno fatto davevro 'incazzare'. Il capo della Lega - ha sottolineato- resto io".
"Lui - ha detto di contro senza mezzi termini Bossi di Roberto Maroni- non ha i nostri ideali. Quando uno tradisce una volta poi tradisce sempre. E lui nel 1994 quando ruppi con Berlusconi sedeva al suo fianco. Oggi si illude di diventare il plenipotenziario di Berlusconi al Nord. Ma il Pdl non rinuncerà mai a presentare sue liste in casa nostra, come fa la Cdu in Baviera a vantaggio della Cdu". Inoltre, "Maroni sta distruggendo la Lega, butta fuori la gente. Io - ha detto Bossi- sarei stato dell'idea di non fare alcuna battaglia. Ma a furia di buttar fuori gente e tradire i nostri ideali la pressione su di me si è fatta irresistibile. Devo per forza mettermi alla guida del partito. Torni fra dieci giorni - si è rivolto a Gad Lerner- e le do la copia del nuovo giornale che stiamo preparando: 'La lingua padana'. Ripartiamo dalla nosttra identità: ce ne è bisogno enorme. E allora il traditore dovrà fare i conti con noi".
La reazione di Maroni/ "L'unico effetto che hanno le interviste di Bossi è di danneggiare la Lega e di contribuire a rendere più difficile la vittoria ai ballottaggi" |
"Quel mio colpo di genio con cui avevamo preso la guida di Venento e Piemonte con Zaia e Cota di questo passo -ha proseguito Bossi- ce lo sogniamo. Tosi in Veneto porta via i voti alla Lega e fa accordi con i fascisti.Nè il suo progetto per Verona mi è mai piaciuto. In Piemonte vogliono mettere a capo la moglie di Calderoli, Gianna Gancia: brava amministratrice ma dubito abbia le doti per guidare il movimento". E quanto alle inchieste sull uso personale anche a suo vantaggio dei fondi della Lega, "a Belsito i magistrati fanno dire quello che vogliono" e "lui non era un mio nome" e "aveva lavorato con Biondi, del Pdl". In ogni caso "sono tuitte balle" quelle sugli 800mila euro all'anno a lui versati dal Carroccio. E "non si permettano, perchè i ladri sono altrove".
Così come le scuse a nome di chi porta il suo cognome fatte in lacrime a Bergamo la sera delle ramazze volute da Maroni sono state "un'umliliazione e un'ingiustizia troppo grande" che "non ripetereri mai". E la scuola della Bosina "è nata su ordine della Lega" e non di Manuela Marrone e della famiglia Bossi. "Io sono stata solo -dice la signora- una maestra volontaria. Sarei io la guardiana del cerchio magico? Mi guardi, faccio fatica a farmi dar retta anche in casa. Ad inventare, adesso, sono capaci tutti...".