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Politica
Buffagni "cambia" la quinta stella del Movimento: è il lavoro
Stefano Buffagni

di Fabio Massa
Non chiamatelo "documento Buffagni": "E' un lavoro collettivo", si schermisce lui. Certo è che c'è molta della sensibilità del viceministro allo Sviluppo Economico Stefano Buffagni, nel documento che ormai porta il suo nome. Una sensibilità tutta giocata sul mondo del lavoro e sull'impresa. Del resto Buffagni è stato il vero trait d'union tra il Movimento 5 Stelle e il Nord produttivo. Così, il documento "Da Rivoluzione a Evoluzione", con proposte e contributi per gli Stati Generali del Movimento 5 Stelle, è un sunto di quel che serve al Paese senza dimenticare proprio Milano e il Nord Italia. "Dobbiamo liberarci dalle catene che ci imbrigliano le ali e ripartire da parole chiave, per l’oggi e per il domani: lavoro, PMI, sanità pubblica, transizione energetica, competenza, innovazione. Solo il M5S può farlo. Perché solo il M5S ha anticorpi così forti, valori così saldi e radicati, da non poter essere influenzati da lobby o corruzione. Siamo quelli del Decreto Dignità e della legge Spazzacorrotti. Siamo quelli che tutelano i diritti, l’ambiente, i beni pubblici. Siamo quelli che mettono le persone prima dei dividendi", premette il documento. Poi ci sono i vari punti. Alcuni "tradizionali", come l'importanza dell'attivismo dal basso, e dei comuni. Altri invece che strutturano il Movimento, come la proposta di una governance condivisa: "L’esperienza di Governo del paese sta dimostrando i limiti che il MoVimento ha in termini di governance, pertanto occorre affiancare al Capo Politico una struttura di coordinamento con ruoli e responsabilità chiari". Poi c'è Conte, il leader: "Il MoVimento è stato in grado di indicare quale Presidente del Consiglio una personalità come Giuseppe Conte. Nel primo governo era rappresentato dai giornali come un burattino, mentre oggi è diventato l’uomo forte capace di tenere insieme tutte le anime del MoVimento e anche le forze della maggioranza. È necessario un maggior coinvolgimento e responsabilizzazione del Presidente Conte nel MoVimento". Buffagni e i suoi propongono anche una quinta stella diversa: il lavoro. "Sostenere le imprese significa ridurre il loro contributo fiscale al fine di favorire gli investimenti, crescere e aumentare i posti di lavoro. Alcune proposte potrebbero essere:defiscalizzazione degli investimenti per le PMI; defiscalizzazione sugli utili reinvestiti e mini IRES; deducibilità degli interessi passivi con franchigia a 50.000€; decontribuzione degli aumenti contrattuali". Poi c'è la parte dell'innovazione, a cui Buffagni tiene molto: "Dobbiamo tornare ad essere il paese dei brevetti, dove i nostri giovani siano attratti dalla ricerca e dove l’innovazione sia punto cardine per le imprese. Per l’innovazione e la digitalizzazione, si deve ripartire con investimenti pubblici che siano anche di lungo periodo e ad ampio respiro ed investimenti privati opportunamente stimolati. La ricerca e l’innovazione sono una chiave di volta per la competitività del paese permettendo ci creare distretti industriali, leader nelle tecnologie". Parole non da poco, in un Movimento per troppo tempo visto come contrario proprio all'innovazione, all'impresa, al Nord. E chissà che non sia la piattaforma programmatica per nuove avventure con un leader riconosciuto: Conte.

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fabio.massa@affaritaliani.it

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