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Politica
Caso Beppe Grillo: ora l'influencer stellato mantenga un profilo basso

Il fondatore del M5S indagato per traffico di influenze illecite

Anche ora avrà la smorfia scocciata di chi è infastidito dalle domande di tutti quelli che considera poco meno che cretini, lui autodidatta principe, battutista folgorante e miliardario invidiatissimo, showman della tivvù e della politica (e viceversa), guru delirante dei tempi recenti, amato e odiato, il Beppe Nazionale oggi riceve l’estrema unzione politica, dopo quella del post-caimano.

Niente di male diranno i bene informati, ha solo cercato, si dice, di vendere la sua reputazione ad alcuni “benefattori” tutt’ altro che disinteressati. Le vecchie abitudini della politica che tanto ha combattuto il Grillo (molto) parlante, sono dure a morire così come la presunzione di immunità, impunità e immortalità.

Dunque non entriamo del merito degli armatori coraggiosi, delle normali relazioni tra politica e imprenditoria, dialettica sempre scivolosa e capace di uniformare al passato, anche le più ragguardevoli veemenze rivoluzionarie, che il grillismo voleva far trionfare. Come in tutti gli esperimenti italici bastano pochi anni per trasformare l’urlo liberatorio del vaffanculo in un litigioso apparato partitico, in stile PCI del periodo d’oro della prima repubblica. Il sistema non regge e le innovazioni non lo intaccano, tutto si prende e il gattopardo, eccetera eccetera, ma oggi un altro tentativo si è estinto, dando al ricco stipendio parlamentare l’unico mezzo in grado di trasformare qualsiasi troglodita in un politologo.

Grillo è stato il Berlusconismo all’ennesima potenza ma senza le fabbrichette brianzole

 

Ma il paese è sempre alla ricerca dell’Unto del Signore è sempre attento a qualsiasi promessa, soprattutto se improbabile. Grillo è stato il Berlusconismo all’ennesima potenza ma senza le fabbrichette brianzole, ha dato ad un esercito di improbabili nullatenenti la qualifica impropria di Onorevole, ripetuta per 300 scranni di una Subburra-Montecitorio. Il comico ha sapientemente tirato le fila dei suoi burattini, col verbo di un messia scombinato ma tanto, tanto risoluto. I suoi ragazzotti e ragazzotte hanno fatto la rivoluzione nelle loro camerette, senza incidere, e torneranno al loro precariato alla fine di questa insopportabile legislatura. 

Auguriamo allo showman che i suoi problemi della famiglia e personali si concludano presto, e che possa affermare ancora per qualche fotogramma scomposto la sua idea di paese, e la sua idea di alleanze creative, la sua idea di leader e una qualche ipotesi di salvataggio del faccione. Non piace parlar male di nessuno, tanto meno di uno che ci ha sempre fatto ridere, soprattutto negli ultimi anni, involontariamente, ma Grillo deve capire che l’insipienza come unica forma di merito politico, non può giustificare l’esistenza del suo moribondo movimento. Le malefatte alla democristiana non si possono nascondere, l’odio per il potere consolidato manifesta solo la frustrazione antica di poterlo sostituire in qualche modo, e i suoi ragazzi se hanno avuto un merito è stato quello di insegnare a tutti che in Italia c’è posto per ogni paraculo, anche se ha la terza elementare, con tutto il rispetto anche per coloro che hanno fatto fatica a conseguire il diploma.

Consiglierei al Guru di mantenere un profilo basso e di estinguere le operette morali che quotidianamente ammorbano il suo ricchissimo sito, tanto la sua reputazione sui social comincia sembrarci preoccupante, e forse la sua barchetta in balia delle onde della decenza, non troverà più uno straccio di armatore in grado di salvarla. R.I.P.

 

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