
Nonostante le primarie molti dei candidati in cima alle liste del Pd a Camera e Senato sono stati scelti da Bersani in persona. Non c'è da stupirsi quindi se molti nomi sono quelli di personalità legate al segretario democratico. In Umbria troviamo Miguel Gotor, spin doctor del leader Pd durante le primarie e filosofo di fama nazionale. Ma anche Gianna Malisani, ex assessore al comune di Udine, bersaniana doc. C'è poi una folta pattuglia di giovani turchi, il cui esponente più importante è sicuramente Stefano Fassina. Nelle liste troviamo Stefania Pezzopane, ex presidente della provincia dell'Aquila e Roberto Speranza, capolista in Basilicata. Mentre in Emilia Romagna il segretario del Pd ha inserito la sua eroina, Josefa Idem, campionessa olimpionica di canottaggio.
Dopo i bersaniani, il gruppo più corposo è quello legato al mondo cattolico. Non è solo un 'tributo' a Rosy Bindi (candidata in Calabria) e a Giuseppe Fioroni (nel Lazio), ma un modo per sottrarre consenso a Mario Monti, pescando proprio nel modo cattolico. Tra i nomi più noti quello di Maria Chiara Carrozza, rettore della Scuola superiore Sant'Anna di Pisa, ma anche Emma Fattorini, vicinissima al mondo cattolico, docente all'Università di Roma. C'è poi Edo Patriarca, storico esponente del volontariato e organizzatore delle settimane sociali dei cattolici italiani, Ernesto Preziosi, ex vicepresidente dell'Azione cattolica e attualmente direttore dell'istituto Toniolo (Università Cattolica del Sacro Cuore). Ultima Flavia Nardelli Piccoli, segretaria generale dell'istituto Sturzo.
Ad essere decimati sono i liberali, tra cui si salva solo Giorgio Tonini, già senatore Pd, oggi inserito nelle liste della Camera in Trentino. I lettiani riescono a imporre qualche nome, come quello di Francesco Russo, capolista in Senato in Friuli. Mentre i prodiani si assicurano una poltrona, quella di Davide Zoggia, dato come papabile per la presidenza del Senato.
Una folta pattuglia è quella dei sindacalisti, come Valeria Fedeli, capolista in Toscana per il Senato, dirigente nazionale della Cgil. Ma anche Cinzia Fontana, pezzo grosso dello stesso sindacato, di origini cremasche. C'è poi Pier Paolo Baretta, in quota Cisl. Nomi che, è prevedibile, si scontreranno con Carlo dell'Aringa, che per qualche periodo rischiò di entrare nel governo Monti, ma che cadde per il veto di Susanna Camusso.
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani