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Politica
Consorte:Il Pd gestisce solo il potere. Voto No a Referendum. Non siamo liberi

“Il Pd si è appiattito nella logica della gestione del potere”. Parola di Giovanni Consorte, l’ex presidente e Ad di Unipol, esperto di finanza rossa e della sinistra italiana. Dimessosi nel 2006 da Unipol, è attualmente ai vertici di Network consulting & private equity, società italiana di servizi di consulenza aziendale, ristrutturazioni finanziarie e progetti di sviluppo di società private e cooperative.

Consorte: “…la democrazia non esiste più”.

 

“Nella mia carriera mi sono sempre occupato di politica dietro le quinte. In questo momento così drammatico sento il dovere di dire qualcosa sul referendum. In particolare una cosa mi ha colpito”.

 

Quale?

“C’è un’alleanza del Pd con i 5Stelle che mette dei limiti a qualsiasi azione di governo. Inevitabilmente si deve votare NO al referendum perché il provvedimento non è stato in alcun modo legato ad altre riforme costituzionali e in particolare alla riforma elettorale”.

 

Un giudizio netto il suo. Lei è un manager e si è occupato anche di riorganizzazione di grandi imprese. Per ridurre i costi non si potevano tagliare gli stipendi di tutti i parlamentari invece di ridurne il numero riducendo così la rappresentanza democratica?

“Infatti avrebbero potuto fare così e questa fretta non si giustifica. Poteva esserci una soluzione ponte con una riduzione orizzontale delle retribuzioni di tutti i parlamentari, per un ammontare pari ai risparmi che si vogliono ottenere. In più la rappresentanza viene già fortemente influenzata”.

 

Spieghi meglio…

“In Italia non esistono liste elettorali libere ma vengono sempre fatte dai partiti e dai segretari di partito. E’ una limitazione delle libertà delle persone che non possono scegliere i propri rappresentanti. Non c’è una rappresentanza libera dei cittadini e in più si riduce il numero dei parlamentari”.

 

Bisognerebbe reintrodurre il voto di preferenza?

“Sì, proprio così. In Italia invece da una parte riduciamo il numero dei parlamentari, dall’altra i parlamentari non vengono eletti liberamente. La democrazia non esiste più”.

 

Non le sembra che negli ultimi anni si sia messo in moto un processo di forte contrazione delle libertà e della democrazia?

“Secondo me sì. E’ accaduto nei fatti anche perché su quello che è successo da un anno a questa parte non c’è stata discussione in parlamento tanto meno sulle misure che si sono prese. Vedo solo decisioni calate dall’alto. E rimane un fatto incontrovertibile che continuiamo ad esprime presidenti del Consiglio non eletti. Dal caso Monti ad oggi è una situazione che non ritengo accettabile. Per me è un limite della democrazia. La massima espressione del potere in Italia, il presidente del Consiglio, dovrebbe essere eletta dal popolo”.

 

E perché avviene? Ci sono altri poteri che vogliono incidere sulle decisioni reali?

“Il livello della classe politica è sceso molto. Trovare persone di alto profilo e che vanno bene anche agli equilibri delle forze politiche non è semplice. Alla fine si preferisce una persona non eletta in libere elezioni. Ci sono poi condizionamenti esterni, e ci sono sempre stati, ma sono sempre più incisivi nella scelta delle persone che devono esprimere la massima carica di governo del Paese”.

 

Come vede il Pd? Da Monti ad oggi mi sembra un attore importante di questo processo di contrazione della democrazia, o no?

“Il Pd si è appiattito nella logica della gestione del potere e nel pensarsi come unico baluardo contro la destra”.

 

Sul referendum, ho visto un manifesto molto divertente. Diceva: perché eleggere costosi parlamentari quando possiamo incoronare un Re? Basta con la democrazia, taglia il parlamento e lascia governare i nobili…

“(ride)…giusto! (ride) Inoltre c’è l’abitudine oggi di raccontare molte bugie perché non è vero che in Inghilterra, Germania e Francia ci sono meno parlamentari che in Italia, ce ne sono di più. Siccome la preoccupazione massima delle persone che fanno fatica ad arrivare a fine del mese non è sapere se in Francia o in Germania ci sono più o meno parlamentari che in Italia il gioco è facile. Con il bombardamento dei social oggi per distinguere la verità dal falso ci si dovrebbe occupare a tempo pieno solo dell’informazione!”

 

La principale attività della politica oggi sembra essere quella di occupare i media, per condizionare l’opinione pubblica, meglio ed è più facile se questi media sono di Stato. Oramai la politica fa solo questo o no?

“Non c’è dubbio che sia così. Bisognerà vedere se la gente ha capito. Una prima verifica sarà il referendum e una seconda le elezioni regionali. E’ importante, soprattutto in questa fase, fare sentire la voce di tutti”.

 

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