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Politica
Conte non esclude di usare il Mes: "Vedremo alla fine se ci conviene..."
CONTE CHIAMA BONAFEDE E FRANCESCHINI, TREGUA SU MES - Una conference call tra il premier Giuseppe Conte e i due capidelegazione di M5S e Pd, Alfonso Bonafede e Dario Franceschini, dietro la tregua siglata sul Mes. A quanto apprende l'Adnkronos, il presidente del Consiglio avrebbe lavorato alle divisioni che animavano la maggioranza mettendo insieme i capofila dei due partiti di maggioranza: un chiarimento a tre in videoconferenza che ha anticipato il post -subito condiviso sia da Franceschini che da Bonafede- con cui Conte ha messo nero su bianco la tregua. Durante la conversazione il presidente del Consiglio avrebbe spiegato alle due anime del governo -distantissime sul Mes- come fosse del tutto deleterio dividersi ora sul fondo Salva Stati, rischiando di minare anche la partita che il governo sta portando avanti in Europa sui cosiddetti Coronabond.

"Discutere adesso se vi saranno o meno altre condizioni oltre a quelle delle spese sanitarie" per attivare il Mes in chiave di contrasto delle conseguenze economiche del Coronavirus "e valutare adesso se all'Italia converra' o meno attivare questa nuova linea di credito significa logorarsi in un dibattito meramente astratto e schematico". Lo scrive il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un lungo post su Facebook, in cui si esprime sulle polemiche che in queste ore si stanno registrando non solo tra maggioranza e opposizione ma anche all'interno della stessa maggioranza.

"Bisognera' attendere - spiega il capo del Governo - prima di valutare se questa nuova linea di credito sara' collegata a meccanismi e procedure diversi da quelli originari. Se questo nuovo strumento finanziario presentera' caratteristiche effettivamente differenti dal Mes, per come finora utilizzato. Se vi saranno condizionalita' o meno lo giudicheremo alla fine, quando saranno concretamente elaborati il term sheet (contenente le principali caratteristiche del nuovo strumento), i terms of reference (che definiranno termini e condizioni della linea di credito) e, infine, il Financial Facility Agreement, le condizioni di contratto che verranno predisposte per erogare i singoli finanziamenti. Solo allora potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento e' conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione dovra' avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spettera' l'ultima parola. Prima di allora - secondo Conte potremo disquisire per giorni e settimane, ma inutilmente".

"Per comprendere questo punto - sottolinea Conte - basta tenere presente l'esperienza che molti cittadini fanno quando chiedono un finanziamento a una banca. Negli incontri preliminari, il funzionario illustra genericamente le condizioni del finanziamento, ma quelle che valgono sono le condizioni generali e le clausole inserite nel concreto contratto di finanziamento. Io, e qui parlo da Presidente del Consiglio e da avvocato, prima di dire se un finanziamento conviene o meno al mio Paese voglio prima battermi perche' non abbia, in linea di principio, condizioni vessatorie di alcun tipo. Dopodiche' voglio leggere e studiare con attenzione il regolamento contrattuale che condiziona l'erogazione delle somme. Solo allora - precisa il capo del Governo - mi sentiro' sicuro di poter esprimere, agli occhi del Paese, una valutazione compiuta e avveduta".

Coronavirus: Conte, su Mes dibattito che rischia di dividere l'Italia - "Sul Mes sta lievitando un dibattito che rischia di dividere l'intera Italia secondo opposte tifoserie e rigide contrapposizioni". Lo scrive il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un post su Facebook in cui invita chi partecipa al dibattito sull'utilita' di questo strumento come veicolo per la ripresa europea dalle conseguenze del Coronavirus ad aspettare che in sede di negoziato Ue si precisino i nuovi possibili contorni del Meccanismo europeo di stabilita' prima di giudicarlo.

"La mia posizione - rivendica Conte - e' stata molto chiara sin dall'inizio. Ad alcuni miei omologhi che, a fronte di questa emergenza, hanno pensato di affidare al Mes la risposta europea ho replicato: il Mes e' un meccanismo inadeguato e anche insufficiente per reagire a questa sfida epocale. Ha un regolamento pensato per shock asimmetrici e per reagire a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi. Adesso, invece, siamo di fronte al piu' grave shock economico affrontato dal dopoguerra ad oggi, che compromette fortemente il tessuto socio-economico europeo. Occorre una risposta forte, unitaria, tempestiva. Insieme ad altri otto Paesi Membri - ricorda il capo del Governo - abbiamo lanciato una sfida ambiziosa all'Europa invitandola a introdurre nuovi strumenti per affrontare e superare al piu' presto questa crisi. In ogni caso alcuni di questi Paesi, che hanno condiviso questa nostra impostazione, sono dichiaratamente interessati anche al Mes, purche' non abbia le rigide condizionalita' applicate in altre circostanze, ma solo la condizione che l'utilizzo del finanziamento sia per far fronte alle spese sanitarie dirette e indirette. Il dibattito in Italia e' proprio su queste condizionalita'. Alcuni sostengono che esiste il rischio che rimangano le tradizionali condizionalita' macroeconomiche, altri ritengono che, pur se non previste nella prima fase, alcune condizionalita' potrebbero essere inserite in un secondo tempo, altri ancora prevedono che si arrivera' a cancellare tutte le condizionalita' ad eccezione del vincolo di destinazione per le spese di cura e di prevenzione del contagio. All'ultima riunione dell'Eurogruppo e' stato compiuto un deciso passo avanti - rimarca Conte in questa ricostruzione - perche' nel paragrafo corrispondente e' richiamata espressamente la sola condizione dell'utilizzo del finanziamento per le spese sanitarie e di prevenzione, dirette e indirette".

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