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Politica
"Conte premier - Renzi a casa!" su Fb. Il presunto hackeraggio al Copasir

Il caso del presunto hackeraggio del profilo Facebook del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è finito sotto la lente di ingrandimento del Copasir, che ha chiesto l'audizione del portavoce del premier, Rocco Casalino, e del segretario generale di Palazzo Chigi, Roberto Chieppa, per far luce sulla vicenda. Il fatto risale al 14 gennaio quando nelle 'stories' della pagina Fb di Conte appare l'invito a iscriversi al gruppo "Conte premier - Renzi a casa!". La storia viene prontamente rimossa e nel giro di pochi minuti arriva la spiegazione dello staff di Conte. In una nota il social media manager del premier, Dario Adamo, non esclude "l'ipotesi di un tentativo di hackeraggio da parte di qualcuno che in un momento così delicato come questo potrebbe aver agito intenzionalmente per danneggiare l'immagine del presidente". La risposta non è servita però a placare le proteste del partito di Renzi, Italia Viva, né ha tolto al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, presieduto dal leghista Raffaele Volpi, la voglia di vederci chiaro. Il giorno stesso dell''incidente' qualcuno ipotizza il coinvolgimento di un esponente della propaganda M5S. "Le strade social portano al Movimento 5 Stelle", titola il giornale online 'Open'. In un primo momento nella sezione informazioni del gruppo "Conte premier - Renzi a casa!" compariva nelle vesti di 'amministratore' la pagina Facebook filo-grillina 'Infopolitica', sparita dal social network subito dopo l'accaduto. La pagina risultava collegata a un sito web, informazionevera.it, anch'esso non più attivo: si tratta di un progetto editoriale riconducibile all'attivista grillino Piergiorgio Cantagallo (detto 'Pierre'), dipendente dell'area social del gruppo M5S alla Camera dei deputati.

E' lo stesso Cantagallo, del resto, ad annunciare sulla sua pagina Facebook la nascita del progetto in un post datato 26 ottobre 2017. Quel sito non è nuovo alle cronache. Secondo un articolo del quotidiano 'La Repubblica', a informazionevera.it farebbe riferimento uno dei network di pagine di propaganda filo-M5S che nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2018 erano state coordinate per attaccare il Quirinale sui social dopo il no del Presidente Sergio Mattarella alla nomina di Paolo Savona come ministro dell'Economia del nascente governo gialloverde. L'Adnkronos ha provato a contattare Cantagallo - che, secondo quanto si apprende, continua a lavorare per il gruppo in smart working - chiedendogli se fosse coinvolto nel caso della pubblicazione della storia 'incriminata' sul profilo Facebook del presidente Conte. Ma il guru social non ha voluto rispondere alle domande che gli sono state poste. E mentre il caso continua a tenere banco nei palazzi della politica, nuovi tasselli si aggiungono al puzzle. Esiste uno screenshot effettuato proprio il giorno 14 gennaio - di cui l'Adnkronos è in possesso - che mostra un'interazione diretta tra la pagina Facebook ufficiale del Movimento 5 Stelle e il gruppo anti-Renzi finito nelle storie del premier. Nell'immagine si vede l'account ufficiale del M5S condividere un post all'interno del gruppo: è un video risalente al 2017 in cui Matteo Renzi, ospite di 'Porta a Porta', bolla come "inaccettabili" i veti posti dai piccoli partiti. Di quel contenuto non esiste più alcuna traccia nel gruppo (che attualmente ospita oltre 13mila membri e dal 18 gennaio ha curiosamente cambiato nome da "Conte premier - Renzi a casa!" a "Conte premier" e basta).

Ambienti pentastellati spiegano all'Adnkronos che "postare contenuti in gruppi social affini" è una "normale prassi che serve a garantire maggiore diffusione ai propri contenuti". Ma allora perché quel post è sparito? In attesa delle audizioni chieste dal Copasir, Italia Viva, tramite il deputato Michele Anzaldi, ha già presentato una interrogazione per chiedere al Ministero dell'Interno di attivare la Polizia postale. Lo stesso Renzi ha dichiarato che il gruppo contro di lui apparso sulla pagina Fb del premier "non è ammissibile perché è uno di quei gruppi che incita all'odio e non può esserci una cosa simile sul profilo di un presidente del Consiglio. Loro, da Palazzo Chigi, hanno detto che è stato un HACKER? Allora semplice, si fa la denuncia alla Polizia postale oppure - ha rimarcato il leader di Iv - è chiaro che stanno dicendo balle".

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