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Politica
Coronavirus, tragedia ben più grave di quello che ci dicono
Coronavirus, la zona rossa nel Lodigiano

 

Con l'esplosione della pandemia del corona virus è arrivato il momento della prova del nove, un esame severissimo che probabilmente saremo tutti destinati a fallire.I numeri che di giorno in giorno vengono sgocciolati ci dimostrano che la faccenda è molto grave, a ciò si aggiunge la mesta consapevolezza che i report giornalieri della Protezione Civile non rappresentino il reale stato di avanzamento del contagio in Italia mentre è certo che anche gli altri paesi stanno avviandosi verso lo stesso nostro triste destino, soprattutto alla luce della recente notizia della proposta di apertura delle frontiere interne dell'UE.Questa pandemia sarà destinata a mettere in discussione parecchi dogmi, i governi più accorti saranno quelli che sapranno distaccarsi da essi e prendere le contromisure necessarie, non solo sanitarie. Elenchiamoli quindi.

Il primo dogma che verrà messo in discussione sarà quello della globalizzazione selvaggia e della delocalizzazione della produzione a vantaggio del volume dei consumi. I limiti di questo modello sono evidenti nell'attuale incapacità dell'intero sistema produttivo mondiale di approvvigionarsi all'estero di merci totalmente o parzialmente lavorate in un regime delocalizzato. Le mascherine le compravamo dai cinesi, ora diventa necessario prodursele in casa. Milioni di aziende nel mondo oggi faticano ad approvvigionarsi di componenti e materiali necessari per la produzione interna. Un mese fa nessuno pensava che ciò potesse avvenire. A distanza di un solo mese lo scenario economico mondiale che si prospetta è terrificante, si salverà solo chi avrà saputo tenere in mano le redini del governo dell'economia locale ed in una certa misura l'autoctonia produttiva.Ricordo un regime in cui il sistema produttivo era fortemente delocalizzato tra i vari stati da esso dominato: l'Unione Sovietica.  Sappiamo bene che fine abbia fatto.

Il secondo dogma ci riguarda da vicino ed è quello dell'Unione Europea. I parametri di bilancio e la guerra all'inflazione si dimostrano per quello che sono sempre stati ovvero dei dogmi senza senso che potevano stare in piedi, a vantaggio di pochi, finché il sistema funzionava e la gente non moriva di fame.La paventata solidarietà europea ha già calato la maschera per rivelarsi una vergognosa ipocrisia. In un momento critico come quello che sta attraversando l'Italia e che vede gli altri paesi indietro (ma solo temporalmente) nel numero dei contagi, alla nostra richiesta di soccorso per la fornitura di mascherine e ventilatori polmonari la risposta è stata "CAZZI VOSTRI".Anzi, peggio perché pare che non solo gli altri paesi europei non ci abbiano fornito nulla ma che addirittura abbiano bloccato i presidi sanitari in transito da noi acquistati all'estero presso le loro dogane, per appropriarsene in vista dell'esplosione dell'epidemia in casa propria.La pseudo-gaffe della Lagarde è stata la ciliegina sulla torta, condita con la panna dell'incapacità del nostro governo di evitare il conseguente collasso della borsa italiana nonostante diversi esponenti di partito invocassero la chiusura preventiva delle trattazioni al fine di evitare speculazioni.Mentre è chiaro a tutti che serviranno fiumi di denaro per non far collassare il sistema, EU e BCE cincischiano elargendo elemosine e discriminando accuratamente i beneficiari secondo princìpi esclusivamente contabili quando invece dovrebbero contestualizzare le necessità.La prossima volta che qualche solone bocconiano verrà a dirvi quanto l'Europa e l'Euro ci abbiano salvato mandatelo dove merita: a cagare.

Infine verrà inevitabilmente messa in discussione la trasformazione scellerata del sistema capitalistico occidentale da economia reale a economia di finanza.Nonostante il sistema che si reggeva sulle fondamenta di prodotti finanziari assurdi fosse crollato già nel 2008 innescando una crisi mondiale a seguito del default dei mutui sub-prime, è chiaro che la lezione non sia servita e che il sistema abbia preferito continuare nella stessa direzione ovvero quella di iper-gonfiare il sistema finanziario erogando denaro a vantaggio solo di banche e borsa ed evitando accuratamente di finanziare adeguatamente il sistema produttivo.

Non facciamoci illusioni, la portata della tragedia in corso è ben lontana da quanto ci viene rappresentato. Il prossimo tre aprile inevitabilmente il nostro governo sarà costretto a prolungare lo stato di quarantena nazionale con tutto ciò che ne consegue.Il vero valore dei governi dei vari paesi lo si vedrà nella capacità di prendere le decisioni giuste, che mai come ora appaiono opposte all'attuale sistema di produzione e finanza globalizzata.Rispetto ad esso forse sarebbe meglio fare un passo indietro oggi, per poter riprendere in futuro a fare passi avanti adottando un sistema economico-finanziario se non mondiale quantomeno locale che non crolli come un castello di carta al primo starnuto, passatemi l'analogia.

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