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Politica
Covid-riaperture: Lega prima sui social ma poco attiva in Aula
(fonte Lapresse)

A cura di

FBBubbles, Divisione strategie advocacy di FB&Associati

 

La ricerca, realizzata da FB Bubbles, divisione strategie di advocacy di FB&Associati, ha esaminato volumi e modalità della discussione in rete confrontandola con gli atti di sindacato ispettivo portati avanti dalle diverse forze politiche ricostruendo un quadro delle strategie politiche più o meno in coerenza con quanto dichiarato pubblicamente e con quali scenari attesi. Se il piano vaccini è fonte di attenzione da parte di tutte le forze politiche in Parlamento, è il tema delle riaperture il più dibattuto, con quasi 1 milione di menzioni nell’ultimo mese per un volume complessivo di oltre 2 milioni e mezzo di interazioni e con in testa i 4 settori della Scuola, Ristorazione, Cultura e Sport.  In rete è Fratelli d’Italia la voce più attiva ma anche dentro il Parlamento, intestandosi il 32% degli atti relativi alle riaperture, al contrario della Lega che sui social si spende molto ma che a livello parlamentare se ne occupa per un 5% con una strategia distonica. Dinamiche speculari al Movimento 5 Stelle, meno attivo sui social, ma che in Parlamento registra sotto Fratelli d’Italia il 28% di atti presentati in tema riaperture, con una linea di condotta anche dettata dal riagganciare fette di elettorato che in seguito rischiano di non ritrovarsi più nel Movimento che verrà. Altrettanto ripiegato su se stesso appare il PD, assente nel dibattito social, se non per confermare l’appoggio al Premier, ma con appena l’8% di atti parlamentari presentati. Guardando all’attenzione parlamentare sui singoli settori, sulla scuola il partito più attivo  è il Movimento 5 Stelle, seguito da Forza Italia, Lega e Gruppo Misto, con un PD assente, nonostante una vicinanza storica al comparto. In tema ristorazione, i protagonisti sono ancora M5S e Fratelli d’Italia, mentre la Lega, che in più occasioni si è fatta portatrice degli interessi di settore, è terzultima prima di LEU e di Italia Viva. Anche sulle riaperture del comparto cultura un terzo degli atti parlamentari sono attribuiti al Movimento e al partito guidato da Giorgia Meloni con un PD leggermente più attivo. Lo Sport, infine, è del tutto appannaggio di Fratelli d’Italia con il 67% degli atti e un’assenza totale di Lega, PD, M5S e IV.  Se da un lato il quadro complessivo che emerge conferma che il vero banco di prova del Premier Draghi è la campagna vaccinale, le strategie tra forze politiche sono molto diverse. Con chi come la Lega guarda già al dopo voto provando a coniugare responsabilità e futuro consenso, e chi come PD e M5S faticano ad uscire dalle problematiche interne, con la grande incognita per Fratelli d’Italia se la scelta di rimanere fuori dal Governo pagherà o meno.

 

Una campagna vaccinale che fatica a decollare, una crisi economica che si somma alle esasperazioni di molti settori stremati da mesi di chiusura, una pandemia che ancora tiene sotto scacco un’intera nazione: queste le sfide che si trova ad affrontare il Governo Draghi a due mesi dal suo insediamento. FB Bubbles – divisione di FB&Associati specializzata nell’analisi del dibattito pubblico e nell’elaborazione di strategie e campagne di advocacy – ha analizzato il dibattito sulle strategie di uscita dalla pandemia con un focus in tema vaccini, scuole e riaperture. Come ne discute la rete e come si posizionano gli stakeholder istituzionali su questi temi? E a livello parlamentare, la trattazione è coerente con quanto dichiarato sui social e quali sono i partiti che più si spendono sulle singole tematiche in termini di atti di sindacato ispettivo? Infine, che conclusioni trarne per l’evoluzione degli scenari futuri?

 

Governo, Maggioranza e consenso. Un quadro distonico tra social e palazzo

Il piano vaccini è fonte di attenzione e di attività da parte di tutte le forze politiche in Parlamento, dove emergono in particolare due aspetti: da un lato una consapevolezza trasversale sul fatto che il Piano Vaccini sia assolutamente indispensabile per l’uscita dalla situazione pandemica, dall’altra l’emergere di pressioni per l’inserimento di categorie nelle classi di vaccinazione, tema su cui il Governo si trova a gestire numerose criticità e che costituisce una minaccia rilevante alla campagna stessa.

È tuttavia il tema delle riaperture ad essere il più dibattuto di questa fase, registrando sui social nell’ultimo mese quasi 1 milione di menzioni per un volume complessivo di oltre 2 milioni e mezzo di interazioni. Da un lato il messaggio univoco e rigoroso che giunge dal Premier Mario Draghi e dal Ministro della Salute Roberto Speranza volti a condizionare le aperture all’andamento della campagna vaccinale e a quello della situazione epidemiologica, dall’altro il messaggio di chi chiede di riaprire. Messaggi questi provenienti da partiti, sia dentro che fuori dalla maggioranza. In primis Fratelli d’Italia preme per una reazione più decisa e lamenta la mancata “rottura” con il modus operandi del governo Conte, ribadendo l’imperativo di trovare una soluzione anche e soprattutto a fronte delle esigue, secondo loro, risorse previste dal Decreto Sostegni e dall’aumento della pressione fiscale.

A seguire la Lega che, attraverso la voce del leader Matteo Salvini, dopo un lungo braccio di ferro sulle riaperture e il tentativo di mediazione con Mario Draghi sull’ultimo decreto Aprile, ha prima suggerito di riavviare le attività dopo Pasqua per poi attaccare il Ministro della Salute accusandolo di scelte ideologiche, affermando che “tenere chiusi gli italiani, anche se la scienza dice che si può riaprire in sicurezza, sarebbe un sequestro di persona”.

 

 

Se nei confronti di Fratelli d’Italia il posizionamento social rispecchia coerenza con l’attività svolta a livello parlamentare – intestandosi il 32% degli atti relativi alle riaperture – stessa cosa non si può dire per la Lega che a livello parlamentare registra scarsissima attivitàSolo il 5% degli atti di sindacati ispettivo in materia riguardano esponenti leghisti, in netta contrapposizione con la forte esposizione mediatica e social del leader Matteo Salvini. Un approccio che sembra confermare la tendenza già ravvisata durante la crisi che ha portato alla caduta del Governo Conte II, dove la Lega iniziò a sviluppare una strategia distonica tra comunicazione sociale e azione parlamentare: toni di lotta e battaglia sui canali di comunicazione, verso un atteggiamento più leale e responsabile nelle azioni parlamentari. Un approccio  che sembra consolidarsi con il patto di maggioranza siglato con il Premier Draghi.

 

 

Di diverso registro il modus operandi del Movimento 5 Stelle, meno attivo sui social, ma molto presente in parlamento con il 28% di atti di sindacato presentati in tema riaperture.

 

L’assenza di una leadership politica forte e di una lunga fase di riorganizzazione sembrano spingere i parlamentari del gruppo ad attivarsi a livello parlamentare per mostrare attenzione e vicinanza a mondi (quali commercianti, partite iva ecc) che fino a non troppo tempo fa rappresentavano, specie al sud, una fetta rilevante di elettorato e che oggi rischiano di non ritrovarsi più nel Movimento. Un senso di spaesamento che rischia di durare in assenza di una nuova linea. Significativo anche il dato che riguarda il PDAssente nel dibattito social, se non per confermare con responsabilità l’appoggio alla linea del Premier, a livello parlamentare dimostra scarsa attività sul tema riaperture con l’8% sul totale di atti presentati. Con l’escalation di proteste di commercianti, partite IVA, ristoratori e ambulanti che in questi giorni hanno chiesto a gran voce di poter riaprire e di ricevere aiuti dal governo, diversi media hanno sollevato attenzione sull’atteggiamento del PD verso questi segnali di insofferenza sociale, apparentemente freddo e distaccato, quasi a mostrare poca chiarezza su quale sia la proposta del partito sulla ripresa delle attività economiche.

 

I settori più rappresentanti: Scuola, Ristorazione, Cultura e Sport

Con 15.000 menzioni nell’ultimo mese e un volume di engagement pari a oltre 656 mila interazioni, la scuola si è guadagnata un posto di riguardo nella discussione tematica. Top news e uscite più performanti sul fronte delle riaperture si sono focalizzate sullo smentire le accuse che la scuola sia una delle principali fonti di focolai da Covid, mostrando come non ci sia correlazione significativa tra diffusione dei contagi e lezioni in presenza; alle importanti ripercussioni della chiusura di nidi e materne sia sull’educazione dei più piccoli, per i quali non esiste alcuna DAD, sia sul lavoro dei genitori; e all’attenzione del governo Draghi che ha confermato di voler procedere gradualmente alle riaperture partendo proprio dalle scuole. A ribadire che la scuola è una prerogativa si espongono anche numerosi stakeholder istituzionali tra cui principalmente Davide Faraone che loda il dinamismo del Premier nel pensare a soluzioni concrete, Vincenzo De Luca che si dice fiducioso sul ritorno ai banchi grazie allo stato di avanzamento della campagna vaccinale sugli insegnanti, e Giorgia Meloni che ribadisce come la scuola sia “uno dei luoghi più sicuri rispetto alle possibilità di contagio”.

Anche  a livello parlamentare il tema è centrale. Numerosi gli atti presentati in merito, in molteplici forme, quali ODG, Interrogazioni, mozioni e Question Time, a testimonianza di un forte interesse e impegno sul tema. Il partito più attivo  è il Movimento 5 Stelle, seguito da Forza Italia, Lega e Gruppo Misto. Il 10% degli atti riguarda Fratelli d’Italia, unica forza di opposizione. Assente il PD, nonostante una vicinanza storica al comparto scuola.

 

 

 

 

 

La ristorazione, non tanto per numero di menzioni (4.900) quanto per il prolifico dibattito che ha generato con oltre 326.400 interazioni tra condivisioni, like, commenti e visualizzazioni, è il secondo tema più dibattuto. Al netto di alcune notizie provenienti dal Nord Europa relative al tentativo di riaprire i ristoranti a chi è stato vaccinato, la discussione online è caratterizzata da un tone of voice fortemente polemico. Sono infatti principalmente uscite incentrate sulle polemiche di ristoratori che si sentono abbandonati dalle istituzioni e che, a differenza dell’inizio della pandemia, spesso non sono più al centro dell’interesse mediatico; piuttosto che notizie di difficili situazioni economiche che costringono a forti segnali di protesta, come denuncia Gianluigi Paragone, o di “paradossali misure di contenimento del contagio” che impongono il distanziamento di due metri in bar e ristoranti, ma non creano le medesime condizioni all’interno dei mezzi pubblici (Giorgia Meloni). Sul fronte parlamentare i protagonisti per atti presentati sono il Movimento 5 stelle e Fratelli d’Italia. La Lega – che in più occasioni si è fatta portatrice degli interessi di questo settore – registra sul tema un piccolo 5% di atti presentati, terzultima prima di LEU e di Italia Viva.

 

 

 

 

Il tema Cultura ha menzionato 2.300 volte musei, teatri, cinema e spettacoli, generando complessivamente 143 mila interazioni. Come sottolinea su Facebook Luigi De Magistris, “cinema e spettacolo sono tra i comparti più colpiti perchè il settore artistico spesso è stato dimenticato” e non considerato nella sua unicità. Anche alla luce di un barlume di speranza proveniente dalla Spagna - unico dei grandi Paesi europei a non aver imposto chiusure indiscriminate dei luoghi di cultura - e dall’Unione Europea che ha lanciato il  Green Pass con cui confida che cultura e turismo siano volano delle riaperture, in Italia la situazione è sempre rimasta grave. Sovente le promesse di ristori e graduali riaperture sono state disattese, conducendo ad una proliferazione di proteste e malcontenti. Con oltre 13 contenuti social pubblicati negli ultimi 30 giorni, Vittorio Sgarbi è la figura istituzionale che maggiormente si è esposta sul tema, arrivando a dichiarare provocatoriamente alla Camera dei Deputati: “Presidente Draghi, donne bellissime ci aspettano chiuse ormai da mesi nei musei italiani. Liberatele!”. In Parlamento è ancora una volta il Movimento 5 Stelle a registrare più atti in assoluto sulla richiesta di riapertura del comparto (35%), seguito da Fratelli d’Italia (30%), PD (15%) e FI e Gruppo Misto (10%).

 

 

Infine lo Sport, con un volume di engagement pari a 130.700 interazioniTimori diffusimanifestazioni del settore, sensazione di scarsa considerazione dalle istituzioni, poca chiarezza sul concetto di “interesse nazionale” e sottovalutazione del ruolo dello sport - anche tra i più piccoli - connotano il dibattito tematico. Sul fronte istituzionale, il partito che ha dedicato maggior attenzione alla issue nella sua singolarità - senza quindi includerlo in un più ampio e generico discorso sull’urgenza di una riprese delle attività - è Fratelli d’Italia che alla Camera ha chiesto “la riapertura in sicurezza del settore dello sport” e ha organizzato un'iniziativa simbolica per denunciare, come scrive su Instagram Giorgia Meloni, “la situazione drammatica in cui versa il mondo delle palestre e delle scuole di danza, che sono state tra quelle che hanno pagato di più le scelte del governo Conte e del Governo Draghi”. Assente la Lega, il PD, il Movimento 5 Stelle e Italia Viva nell’attività parlamentare, è Fratelli d’Italia, con il 67% di atti presentati, a governare l’attenzione su questo tema, in coerenza con quanto comunicato anche attraverso i social.

 

 

 

Conclusioni

Il quadro generale consente di delineare alcune conclusioni. La prima è che il vero banco di prova del Premier Draghi è la campagna vaccinale, necessaria e urgente, per consentire al Paese di ritornare in attività e per sedare una insofferenza sociale che comincia ad essere rilevante. La seconda è che gli attori della maggioranza, seppur diversi ma accomunati dal sostegno all’attuale Governo, vivono questa esperienza con modalità ed obiettivi profondamente diversi. C’è chi, come la Lega, guarda probabilmente già al dopo Governo Draghi, provando a coniugare responsabilità, ma anche consenso, necessario per quando si tornerà alle urne. Altri come il PD per alcuni aspetti e il Movimento 5 Stelle per altri, faticano ad uscire dalle problematiche interne al partito, concentrandosi su una lealtà al Premier quasi totalizzante e speranzosamente risolutiva, puntando in un secondo e più lontano momento al consenso. La terza riguarda Fratelli d’Italia, tenuti sotto osservazione da molti per capire se la scelta di rimanere fuori dal Governo pagherà o meno. Tutto dipenderà dai risultati che riuscirà a raggiungere l’attuale Governo.

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