
Simone Crolla è una delle nuove leve del Pdl. Quarantenne, candidato alla Camera in Lombardia 1 , con un'intervista concessa al direttore di Affaritaliani.it, Angelo Maria Perrino, presenta le sue 10 proposte per l'Italia. Crolla, oltre a ricoprire il ruolo di Consigliere delegato dell’American Chamber of Commerce in Italy, ha già un'esperienza di un anno in Parlamento visto che, esattamente un anno fa, ha sostituito Valentina Aprea, nominata assessore all'istruzione della giunta Formigoni. Questa volta però vuole entrare a Montecitorio da protagonista e lancia una proposta per i giovani: "E' quella tra le dieci che ho stilato che mi sta più a cuore: il prestito d'onore. Una somma finanziato dalle banche per studenti meritevoli per frequentare corsi di alta formazione in Italia e all'estero. Questi fondi vengono erogati dalle banche grazie allo Stato che garantisce per loro. Un fondo che lo Stato potrà alimentare coi soldi che oggi si danno ai partiti e che invece sarà destinato agli istituti di credito. Finalmente non avremo più soldi che foraggeranno le organizzazioni partitiche inefficienti, ma serviranno a costruire il futuro dei nostri studenti".
Poi, sul mancato rinnovamento del Pdl, dice: "Anche Berlusconi e Maroni sono due interpreti di un grande rinnovamento. Si sono generosamente offerti come i nostri portabandiera, ma dietro di loro c'è grande fermento e grande innovazione e volti nuovi. Sono i principali alfieri di questo cambiamento già in atto"
Crolla non si dà per vinto e pensa che Pdl e Lega abbiano delle chance per vincere le elezioni: "Vedo un clima stile ’94, fatto di molto dinamismo, voglia di partecipare e necessità di cambiare le cose. E poi le ricette di Bersani e Monti non sono così nuove e liberali. Per questo Berlusconi può farcela".
Poi promette di battersi per velocizzare l'approvazione delle leggi “mettendo mano internamente all'organizzazione dei lavori parlamentari: non è possibile che un disegno di legge faccia avanti e indietro tra Camera e Senato e diventi legge dopo un anno se lo diventa. Per questo bisogna dare più efficacia al processo decisionale del Paese per rispondere meglio ai bisogni degli italiani”.