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Politica
Da Conte a Draghi, quello che resta della politica italiana dopo la pandemia

Conte si è rifatto vivo, ha dato qualche intervista, è comparso in tv. Il mio pezzo potrebbe finire qui, perché il signor Conte non ha detto niente. Non è uno scherzo, è vero. Conte, intendiamoci, è una persona per bene, suscita simpatia, ha modI garbati, eleganti. E’ un eroe per caso, scelto per caso da un movimento fondato da un comico al grido del “vaffa”.

E’ stato il presentabile fra i giovanotti (a tasso tecnico zero) arrivati agli onori della politica a suon di click. Conte si è prestato a fare governi con chiunque (Salvini, il PD, Renzi) e, ovviamente, a promuovere i capricci dell’alleato di turno per poi restarne vittima.

Ora Conte avrebbe la possibilità di uscirne con dignità, anche per aver gestito la fase drammatica della pandemia con sufficiente abilità. Insistere, come sta facendo, nel ruolo di traghettatore di un movimento senza capo ne coda, che ha solamente impoverito l’Italia in termini di prospettive e credibilità, ci sembra velleitario.

Torni a fare l’avvocato, non perda tempo coi Casalino, Di Battista, Toninelli, Taverna. Lasci liquefare il Movimento 5 Stelle, sarebbe un’operazione meritoria di cui la storia le renderà onore. Il Conte capo del governo aveva giocoforza una sua intrinseca rilevanza (da non confondere con efficacia d’azione), ma ora a capo dei 5 Stelle rischia l’irrilevanza, non solo perchè il movimento non ha alcuna idea seria da proporre (a parte le solite sparate che stanno tornando in queste settimane), ma lo stesso Conte non ci è sembrato di volerne imporre alcuna.

Nelle sue interviste infatti ha sempre parlato di futuri tavoli, di confronti, di convergenze, si ma a partire da cosa? A partire da un’alleanza con un partito come il Pd che con Letta ha accelerato il suo irreversibile declino? Letta con Conte condivide l’evanescenza di idee che si limitano a slogan “acchiappavoti”. Anziché reagire al grillismo e al salvinismo, il resto della politica si è adagiato ad essi e oggi ci ritroviamo una classe politica da brivido.

L’auspicio è congelare Draghi, fermare il tempio, e sperare che intanto esca qualche leader in grado di far capire agli italiani che non ci sono scorciatoie e che serviranno rigore e competenze, ricordandoci che fra massimo due anni l’euforia da PNRR sarà finita se non avremo dato seguito al percorso riformatore che Draghi sta tentando di avviare. Processo tanto più necessario perché la sterilizzazione del Patto di Stabilità verrà a meno.

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