Ddl riforme, bagarre in aula. M5S: "Ladri, ladri"
Prima il voto favorevole, poi la bagarre che costringe la presidente Boldrini a sospendere i lavori. Anche l'aula della Camera, dopo quella del Senato ha detto il primo sì all'istituzione del Comitato parlamentare dei quaranta per le riforme costituzionali ed elettorali. Ma è un via libera con contestazione: quella dei deputati del M5S che espongono prima manifestini tricolori e poi dopo la votazione innescano un botta e risposta con la presidente di Montecitorio. Che interrompe la seduta e convoca i capigruppo.
Il ddl è stato approvato con 397 favorevoli, 132 contrari e 5 astenuti. A favore hanno votato Pd, Pdl, Scelta Civica, Lega, Fdi, Cd e Minoranze linguistiche. Contro, invece, si sono espressi quelli del M5S e di Sel. Adesso il testo torna al Senato per la seconda lettura. Il disco verde arriverà tra tre mesi (11 Ottobre al senato, 10 dicembre alla camera): si tratta, infatti, di una modifica della Costituzione e richiede una procedura aggravata.
La contestazione. Tutti i deputati di M5s hanno esposto nell'Aula della Camera dei manifestini tricolori con la scritta "No deroga art. 138". E' toccato ai commessi rimuoverli, poi i deputati grillini sono rimasti con le mani in alto, ben visibili. Tra i più accalorati Alessandro Di Battista che ha rivolto l'appellativo di "ladri" ai partiti della maggioranza, aggiungendo: "Il Pd è peggio del Pdl, prima sbattete fuori dalle istituzioni i ladri". E facendo il gesto delle manette. Pronto il richiamo della presidente Boldrini: "Non offenda". Rumoreggia la maggioranza, urla e grida dalle file dei grillini. E Boldrini insiste: "Basta, lei non può usare toni offensivi, il rispetto delle regole passa anche da questo, non continuiamo a provocare per favore".