Elezioni, così FdI ha preso voti da Lega, Forza Italia e 5 Stelle. L'analisi
L'"agenda Draghi" non ha radicamento nel Paese
Quali sono le indicazioni che arrivano dalle elezioni politiche
A cura di Alessandro Amadori, politologo e sondaggista
L’Italia ha parlato, e l’esito delle elezioni già oggi è sufficientemente chiaro. Quali considerazioni possiamo fare in merito? Partiamo dalle “certezze”. Ha vinto nettamente il centrodestra, e all’interno dello schieramento di centrodestra si è affermata con assoluta evidenza la formazione di Fratelli d’Italia. Risultato ottimo, secondo il criterio di valutazione che avevo proposto in un precedente intervento su Affaritaliani.it. Buona anche la performance di Forza Italia, mentre è stato sotto le attese il risultato della Lega, scesa sotto la soglia psicologica del 10 per cento.
Nel centrosinistra, il PD è andato un po’ sotto quello che avrebbe potuto fare, con una performance nel complesso deludente. Sufficiente il risultato di +Europa, sempre rispetto alle attese, e buono quello di Sinistra Italiana e Verdi. Tutto sommato buono è stato anche il risultato ottenuto da Calenda e Renzi, a cui i sondaggi pre-elettorali hanno sempre dato una dimensione compresa fra il 6 e l’8 per cento. Buona pure la performance del M5S, che da quota 10 si è portato a quota 15, mentre tutto sommato ha deluso Italexit, che nelle ultime rilevazioni sembrava poter andare oltre la soglia del 3 per cento. Infine, male Impegno Civico, che scompare dalla scena parlamentare.
Per quanto riguarda i flussi elettorali, il PD ha mantenuto il proprio “zoccolo duro”, così come Silvio Berlusconi ha ricevuto un’ulteriore conferma di disporre di un proprio piccolo ma fedele “popolo elettorale personale”, disposto a seguirlo lungo tutta la sua parabola politica e di vita. La crescita di Fratelli d’Italia si deve a flussi in entrata da tre partiti: la Lega, Forza Italia ma anche il Movimento Cinque Stelle. Ed è dovuta pure alla coerenza mostrata dalla giovane leader, e dall’essere stata l’unica a fare opposizione al governo delle larghe intese. La cosiddetta “agenda Draghi”, dal punto di vista demoscopico, ha mostrato di non avere radicamento nell’opinione pubblica.
Mario Draghi riceve molta fiducia come personaggio, ma non esiste un popolo elettorale che abbia, come piattaforma programmatica di riferimento, un’agenda Draghi di cui lo stesso Draghi ha misconosciuto l’esistenza. La svolta a destra dell’Italia segue quella avvenuta poco prima in Svezia, e si può spiegare sia con una frammentazione delle forze di centrosinistra, sia con un crescente bisogno di “protezione sociale” che proprio la tradizione di destra sociale, cui si ispira Giorgia Meloni, sembra poter offrire. Ora il pallino della storia passa proprio a Giorgia Meloni, prima donna italiana candidata a sedere a Palazzo Chigi.
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