
Fini e Casini scelgono la Puglia. Il presidente della Camera sarà capolista alla Camera, mentre il leader dell'Udc sarà il capolista della lista unica centrista per il Senato. I montiani quindi incominciano a sistemare i tasselli le loro candidature anche se spuntano le prime beghe con i dirigenti locali che minacciano le dimissioni contro i garantiti paracadutati dall'alto. Alfredo Mantovano ex An ed ex Pdl ha rinunciato alla candidatura. Ora tornerà in magistratura: "Ho concluso l'ultima legislatura in modo non previsto, dissociandomi dal Pdl — spiega Mantovano — Non posso mettere nel conto di aprire un'altra legislatura senza poter escludere di dovermi dissociare dalle possibili scelte dalla formazione politica alla quale ho aderito. Sarebbe imbarazzante". Tradotto: non potrei accettare un eventuale accordo tra il Pd e la Lista con Monti per l'Italia
Intanto anche Fli pugliese è in subbuglio, addirittura sarebbe a un passo dalla chiusura per fallimento. La base infatti non ha affatto digerito l'idea che i candidati siano paracadutati dall'alto: circa duecento militanti di Fli si sono autoconvocati a Bari due giorni fa, per dire a Fini che il partito locale, ha diritto di essere rappresentato in parlamento, ma anche per dire al coordinatore regionale Francesco Divella che, visto che per le liste tenta di far da sé, senza coordinarsi con nessuno, deve dimettersi.
I pugliesi che votano Fli, infatti, potrebbero eleggere alla Camera solo dirigenti nazionali. Al Senato, poi, dove i finiani concorrono al listone di Monti, il quarto o terzo posto potrebbe essere assegnato a Mario Totaro, imprenditore putignanese che alla moglie di Fini, Elisabetta Tulliani, è legato da un accordo commerciale: è la Mafrat di Totaro che distribuisce la linea di moda Dandyl'EN, creata da Nicoletta Romanoff e, appunto, da Elisabetta Tulliani.