Si avvicinano le elezioni europee di maggio. Un appuntamento cruciale per il futuro dell'Europa. Le forze politiche tradizionali di centrodestra e centrosinistra devono fronteggiare l'avanzata di sovranisti, populisti ed euroscettici. In attesa di conoscere la composizione del nuovo Europarlamento, Affaritaliani.it esplora la situazione geopolitica ed economica dei singoli paesi alla vigilia del voto.
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Promosso dall'Europa, dai greci molto meno. Alexis Tsipras ha cambiato il destino del suo paese negli ultimi anni. Prima rompendo lo storico bipartitismo della Grecia portando al governo il suo partito di sinistra radicale Syriza, poi riuscendo in qualche modo a risollevarlo da una crisi terrificante. Oggi la Grecia non è guarita, ma è viva, e ha appena annunciato di voler restituire in anticipo 3,7 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale. Ma mentre le istituzioni Ue, un tempo sue grandi nemiche, ora riempiono di elogi il primo ministro ellenico per il piano "lacrime e sangue" applicato negli scorsi anni su volere della troika, i greci sembrano avere un po' meno fiducia nell'uomo che avevano individuato come la replica ai diktat di Bruxelles.
ELEZIONI EUROPEE: GRECIA, I PROTAGONISTI DEL VOTO/ Il disastro economico, lo spettro Grexit, il piano di salvataggio e i primi segni di rilancio
La Grecia è un paese fiero, caratteristica che non è venuta meno neppure nel momento di massima crisi, quando a partire dal 2008, si è registrata una contrazione del prodotto interno lordo pari a circa il 25% che ha portato Atene in una spirale che sembrava senza fine. Atene, culla della civiltà europea, è stata sul punto di finire fuori dall'Europa stessa. Il culmine del caos si è verificato nel 2015, quando l'instabilità finanziaria unita a quella politica sembravano spingere inevitabilmente il neo governo Tsipras verso la Grexit. Il referendum del 5 luglio aveva bocciato il piano di salvataggio proposto dall'Ue, seguendo le indicazioni di voto di Tsipras che, però, nei mesi successivi ha dovuto fare i conti con la realtà e ha finito per rinegoziare un altro piano che per molti era persino più duro del precedente.
Il governo di Syriza, che terrorizzava le cancellierie dell'establishment europeo, ha mutato forma molto in fretta. Il ministro delle Finanze Varoufakis, che non esitava a definire il piano della troika come "terrorismo", e altri esponenti radicali hanno lasciato spazio a figure più rassicuranti per Bruxelles. La Grecia è diventata un buon "studente", applicando misure di grande portata per migliorare i conti e rispettare i parametri. Pochi giorni fa Commissione Ue ed Eurogruppo hanno promosso le riforme approvate da Atene nel post bail out, cioè da quando il paese è uscito dal piano di salvataggio lo scorso agosto. E mentre l'economia è tornata lentamente a crescere, la disoccupazione resta la più alta d'Europa, 18,6%.
Tsipras resta alla guida di un governo con una maggioranza più che risicata, che poggia su soli tre voti di differenza, e che vede l'alleanza tra Syriza e la destra indipendente di Anel. Secondo tutti i sondaggi i conservatori di Nuova Democrazia sono in vantaggio ma Tsipras non molla e continua a restare alla guida dell'esecutivo, senza accogliere la richiesta dell'opposizione di elezioni anticipate. Nuova Democrazia di Kyriakos Mitsotakis continua ad avere una linea molto dura contro il governo Tsipras, cavalcando le numerose proteste di piazza contro l'applicazione delle misure del programma di assistenza che stanno comunque condizionando ancora profondamente la vita politica greca.
ELEZIONI EUROPEE: GRECIA, I TEMI DEL VOTO/ Politiche economiche, emergenza migranti, Macedonia del Nord
In testa agli argomenti politici c'è ovviamente l'economia, che domina il dibattito ormai da più di cinque anni. L'altro tema principe è quello dei migranti, il cavallo di battaglia dell'altra grande forza di opposizione, l'estrema destra di Alba Dorata. Tra il 2015 e il 2016, in concomitanza del momento più drammatico per la guerra in Siria, la Grecia era diventata la meta principale dei migranti in arrivo dal Medio Oriente. Tragiche le immagini dell'isola di Lesbo, dove ancora adesso diverse migliaia di richiedenti asilo restano in attesa di conoscere la propria sorte. Il numero degli sbarchi è nettamente diminuito dalla primavera 2016, dopo l'accordo tra Unione europea e Turchia che ha assegnato ad Ankara compiti di controllo delle proprie frontiere a fronte di un (lauto) tornaconto economico.
Ma la situazione è ancora molto complessa. Gli arrivi non sono cessati del tutto e le drammatiche lentezze del sistema di richiesta asilo lascia intrappolate migliaia di persone nei centri di accoglienza. Nelle scorse settimane la questione è tornata prepotentemente al centro del dibattito con gli scontri tra polizia e migranti nel centro di Diavata, a pochi chilometri da Salonicco e dal confine con la Macedonia del Nord, dopo la falsa notizia dell'apertura delle frontiere.
Proprio la Macedonia del Nord è un altro tema tradizionalmente caldo della politica greca. A inizio aprile Tsipras si è recato a Skopje, nella prima storica visita di un capo di governo greco nel paese balcanico, indipendente dal 1991. Paese con il quale si è appena conclusa una quasi trentennale disputa sul nome.
ELEZIONI EUROPEE: GRECIA, L'AGENDA GEOPOLITICA/ Tsipras rilancia il ruolo di Atene nel Mediterraneo, la vicinanza agli Usa. Ma quei legami con la Cina...
Insieme alle difficoltà e alle "lacrime e sangue" versate sul piano interno, il governo Tsipras si è contraddistinto per una politica estera molto attiva. La risoluzione della disputa sulla Macedonia del Nord è solo l'ultimo tassello di una strategia che ha esteso il ruolo di Atene nei Balcani e nel Mediterraneo. Sono stati firmati diversi accordi bilaterali o multilaterali. In primis i due trilaterali con Cipro e Israele e con Cipro ed Egitto, utili per la collaborazione in campo energetico grazie alla scoperta di vasti giacimenti di gas nell'area. Atene è partner di Tel Aviv e del Cairo anche in materia di questioni militari, restando pienamente nel solco atlantista filo Nato e Stati Uniti, che a loro volta hanno in Israele ed Egitto due partner cruciali. Ma si possono citare anche gli accordi bilaterali in materia di energia con la Romania e con la Bulgaria, di sicurezza con la Giordania.
Allo stesso tempo restano buone le relazioni con la Russia mentre recentemente c'è stato qualche motivo di tensione con la Turchia. dopo che alcuni jet militari di Ankara hanno tentato di avvicinare l'elicottero che stava trasportando Tsipras nell'isola di Agathonisi, prima di essere intercettati dagli F-16 di Atene. Tensione anche con la Germania, con il parlamento greco che ha appena approvato la proposta di richiesta formale di risarcimenti di guerra a Berlino, su proposta del Partito comunista greco.
A proposito di aviazione, la Grecia è insieme alla Polonia e Romania uno dei possibili acquirenti degli F-35 Usa, a riprova di una cooperazione con Washington di "livello eccellente", come ha recentemente dichiarato il ministro della Difesa Apostolakis.
Ma intanto si mantiene profondo il legame tra Grecia e Cina, il grande rivale degli Stati Uniti. Atene ha da tempo aderito alla Belt and Road Initiative di Pechino, con il celebre caso del porto del Pireo. Negli scorsi giorni il governo Tsipras ha tra l'altro dato il via libera alla compagnia di Stato del Dragone Cosco per convertire tre edifici del porto in hotel di lusso e in un centro congressi da 300 camere anche se allo stesso tempo è stato bloccato il progetto cinese di creare un centro commerciale e un bacino di riparazione navale galleggiante a causa dell'opposizione del Consiglio archeologico nazionale. E sempre nelle scorse settimane la Grecia è entrata a far parte del cosiddetto 16+1, che diventa così 17+1, organismo che riunisce la Cina e un folto gruppo di paesi dell'Europa nord orientale.
D'altronde il ruolo di Pechino per portare occupazione e investimenti in un momento di grande difficoltà per la Grecia è stato importante, con Atene che ha già mostrato riconoscenza negli organismi internazionali di cui fa parte, bloccando per esempio la citazione esplicita della Cina in una risoluzione Ue sul mar cinese meridionale e condannado una dichiarazione all'Onu sui diritti umani che tirava in ballo Pechino.
ELEZIONI EUROPEE: GRECIA, I SONDAGGI/ Centrodestra avanti, cresce anche Alba Dorata
Nuova Democrazia 35% (Ppe)
Syriza 32% (Sinistra Unitaria Europea)
Alba Dorata 9%
Movimento per il Cambiamento (coalizione ex Pasok) 7% (S&D)
Partito Comunista 5%
Potami 1% (Alleanza Progressista Socialisti e Democratici)
Anel 0,5% (Alde)
@LorenzoLamperti
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