Navi Iran tentano sequestro petroliera sventato Royal Navy
Navi armate iraniane hanno tentato di sequestrare una petroliera britannica ma sono state bloccate da una fregata della Royal Navy che la scortava. Secondo quanto riporta la Cnn, gli iraniani hanno ordinato alla petroliera Heritage, che stava entrando nell'area dello stretto di Hormuz, di cambiare rotta e dirigersi nelle vicine acque di Teheran. Aerei statunitensi hanno ripreso la scena dall'alto, segnalando che la Hms Montrose della Marina reale britannica ha puntato i cannoni contro le navi intimando loro di allontanarsi come poi hanno fatto. Il presidente iraniano Hassan Rouhani aveva avvertito che ci sarebbero state "conseguenze" dopo il blocco di una sua petroliera a Gibilterra (territorio britannico d'oltremare) da parte del Regno Unito su richiesta di Washington. Il sequestro della nave Grace 1 che trasportava greggio iraniano diretto in Siria (avvenuto per presunta violazione dell'embargo dell'Unione europea), e' stato definito "illegale" da Teheran. Propio ieri gli Stati Uniti avevano fatto sapere di voler creare una coalizione militare internazionale per difendere le petroliere in transito davanti alle acque dell'Iran e dello Yemen. Secondo il piano del generale Joseph Dunford, capo dello Stato maggiore congiunto delle forze statunitensi, gli americani fornirebbero sorveglianza dello spazio marittimo mentre le navi sarebbero scortate dalle nazioni di cui battono bandiera. Le zone piu' a rischio sono proprio lo stretto di Hormuz e Bab el-Mandeb, lo stretto che congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden. Gia' il mese scorso, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, aveva auspicato che almeno una ventina di Paesi, compresi Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti, si impegnassero in un'alleanza per la sicurezza marittima.
Golfo: Hormuz, la vena giugulare del petrolio mondiale
Lo Stretto di Hormuz rappresenta il piu' importante e strategico passaggio per i flussi petroliferi mondiali: quello che lo scia' Reza Pahlavi chiamava la "vena giugulare" dell'antica Persia, lo e' diventato per l'approvvigionamento energetico del pianeta. Per questo motivo non e' stato mai chiuso alle petroliere neanche per i primi tumulti della Rivoluzione islamica, tra il 1978 e il 1981, o durante la guerra con l'Iraq tra il 1980 e il 1988. Situato tra il Sultanato dell'Oman e la Repubblica Islamica di Iran, mette in connessione il Golfo Persico con il Golfo di Oman e, quindi, con il Mar Arabico e l'Oceano Indiano. Di fatto, grandi produttori come Arabia Saudita, Iraq, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Qatar ed Iran usufruiscono dello Stretto per la maggior parte delle proprie esportazioni. Nel corso del 2011 vi hanno transitato quotidianamente circa 17 milioni di barili al giorno, pari grosso modo al 35% di tutto il greggio commerciato via mare ed al 20% del totale. Il petrolio e' in gran parte diretto verso i mercati asiatici, in particolare Giappone, India, Sud Corea e Cina. Nel suo punto piu' stretto il passaggio raggiunge 34 km, tuttavia la larghezza dei corridoi di navigazione in entrambe le direzioni e' di poco superiore ai 3 km, separate da una zona "cuscinetto" di altri 3 km. Recentemente, la Repubblica Iraniana ha minacciato di sfruttare la propria posizione strategica e la propria potenza navale per chiudere lo Stretto e bloccare i flussi petroliferi come forma di ritorsione nel caso in cui le venissero imposte ulteriori sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti. Una eventualita' che molti esperti escludono: vuoi per l'incapacita' pratica dell'Iran di chiudere lo Stretto e bloccare le enormi navi-cisterne; vuoi per i danni che una tale scelta produrrebbe sulla sua stessa economia (il commercio via mare costituisce il 99% dell'export iraniano che a sua volta rappresenta il 65% delle entrate governative).
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