Giannino o la fine di un dandy del XXI secolo
di Giuseppe Grasso
A pochi giorni dalle prossime elezioni tutto è possibile nella patria degli Uno, nessuno e centomila. Anche il fatto - come è accaduto a Oscar Giannino - di essere scalzati dall'establishment contro cui si voleva, pervicacemente, combattere. Un uomo che ci era apparso intelligente e che, nonostante tutto, tale continua ad apparirci, ci ha mosso a interrogarci sul significato della parola intelligenza. L'onda mediatica che Grillo sta cavalcando con disinvoltura ha portato via, da un attimo all'altro, questo giornalista mite e ragionevole. I denti meccanici e impersonali della cieca macchina della comunicazione hanno finito per triturarlo. Inesorabilmente. O non è vero invece che a lui, più che i titoli accademici, manca, come a quasi tutti noi, un'elementare educazione sentimentale? Quella sfera delle emozioni che ha voluto ignorare ha finito per travolgerlo come una valanga. Verrebbe da chiedersi che ambiente e che amici ha frequentato…
Per conoscere e agire nel mondo è necessario avere un contatto autentico con se stessi. Dalla qualità del rapporto con se stessi, infatti, dipende la qualità del rapporto con il mondo e con gli altri. Da Croce a Gramsci a D'Alema c'è uno stuolo di intellettuali e uomini politici che non si sono laureati e ciò non ha mai costituito né un demerito né un impedimento. Per poter veder chiaro negli affari di questo mondo, come lui cercava di fare, bisogna prima far luce dentro di sé. Giannino non ha avuto la consapevolezza di un tal pur semplice ragionamento? O è stato forse consigliato male? Spiace constatare come il tenace promotore di "Fare per Fermare il declino" abbia finito per offuscare egli stesso la propria credibilità. Come si comporterà, ora, quella fetta di elettorato che si era riconosciuta nel simpatico dandy del XXI secolo? E, soprattutto, basterà un passo indietro per restituire al giornalista la considerazione smarrita?