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Politica
Governo, Biden e Ursula vogliono il Draghi bis. Putin: "Italia meno russofoba"

Crisi di governo: Biden, von der Leyen e Papa Francesco in pressing su Draghi per farlo restare

Stati Uniti, Unione europea e Vaticano uniti in pressing: Mario Draghi deve restare. Dall'altra parte, invece, la Russia guarda a quanto accade con soddisfazione e provoca: "Ora un governo meno anti russo". La crisi di governo è italiana, ma sta vivendo alcune interferenze o comunque interessamenti stranieri.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, "ha un profondo rispetto per il primo ministro Draghi, quindi ovviamente segue molto da vicino lo svolgersi avanti e indietro a Roma". Le parole sono del consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, nel giorno in cui Biden è arrivato a Gedda, in Arabia Saudita, con l'obiettivo di ripristinare le sue relazioni con il principe ereditario e governatore di fatto, Mohammed bin Salman (MbS) e ottenere il suo aiuto per abbassare i prezzi del petrolio. Si parla anche di una telefonata tra Biden e Draghi, anche se non c'è la conferma.

Come scrive il Fatto Quotidiano, "il pressing sul rimanere è arrivato un po’ da tutte le parti: dalla presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen a Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo. Il portavoce del governo tedesco ha chiarito che “Scholz ha lavorato bene con Draghi”. Ma soprattutto ieri il richiamo alla “responsabilità” è arrivato dal presidente della Cei, Matteo Zuppi. Molti ci hanno visto dietro anche la mano dello stesso Papa. Con il quale Draghi ha un rapporto. 

Messaggi di stima sono arrivati al presidente del Consiglio anche da alcune tra le figure più importanti dell'Unione europea. "Mario Draghi è un partner autorevole nel contesto europeo e internazionale. Il suo contributo in questo difficile momento storico è importante per l'Italia e la Ue", ha scritto su Twitter il vice presidente della commissione Ue, Frans Timmermans. Importanti anche le parole pronunciate dalla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: "Con la guerra contro l'Ucraina che imperversa nel nostro Continente, l'aumento del costo della vita e la ripresa post Covid solo ai blocchi di partenza, abbiamo bisogno di stabilità politica in Europa. L'Italia è uno Stato membro importante e fondatore. Abbiamo bisogno che mantenga il suo ruolo di leadership all'interno dell'Unione europea, soprattutto in questi tempi difficili". 

La Russia esulta: "I premier anti Mosca cadono uno dopo l'altro"

Dall'altra parte, invece, la Russia. A scatenare la polemica è stato Dmitrij Medvedev, che ha postato su Telegram una grafica con i volti di Boris Johnson, Mario Draghi e poi una terza sagoma nera. Messaggio chiaro: mettersi contro la Russia significa cadere. Ma Mosca ha tenuto almeno ufficialmente una linea più diplomatica. "La portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova ha subito replicato: «Si tratta di un affare interno all’Italia, ma visto che il ministro degli Esteri italiano si è permesso di menzionare la Russia nell’ambito della crisi di governo, gli rispondo che auguro al popolo italiano un governo che si occupi di risolvere i problemi creati dai suoi predecessori e non di servire gli interessi degli americani». E ha poi aggiunto: «Vogliamo avere buoni rapporti con l’Italia. Non solo i responsabili, ma la maggioranza del popolo russo considerano l’Italia un buon partner»", si legge su Repubblica.

Ma come si legge sempre su Repubblica, "il settimanale Argumenty i Fakty, di proprietà del governo, ha persino coniato un neologismo, “premeropad”, “premier cadenti”. Ren Tv sostiene che in Europa «la crisi del potere ha sostituito la crisi energetica», mentre il canale nazionalista Tsargrad fondato dall’oligarca Konstantin Malofeev vicino alla Lega di Matteo Salvini esulta: «La Ue sta crollando». La senatrice della Crimea annessa Olga Kovitidi è canzonatoria: tutti i nostri tentativi di mettere in guardia i partner europei dal commettere «errori politici fatali», ha detto a Rt, non hanno avuto successo. «L’inizio di una crisi europea su larga scala è già inevitabile. Entro l’autunno la situazione, non solo in Europa, ma anche nel mondo, non potrà che peggiorare visti i crescenti problemi legati al rifiuto del gas russo»".

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