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Politica
Governo, Draghi meglio di Conte: Cdx addio e Lega divisa. Il Pd esulta
(fonte Lapresse)

E' vero che l'alleanza tra Partito Democratico e Giuseppe Conte, nuovo capo non ancora insediatosi al 100%, dei 5 Stelle stenta a decollare. Ma è vero anche che all'interno del Pd non rimpiangono affatto il governo giallo-rosso, quello fatto cadere da Matteo Renzi tra gennaio e febbraio. Politicamente, spiegano fonti dem qualificate, la differenza tra oggi e ieri e sostanziale: con Conte il Centrodestra e la Lega erano uniti, con Draghi la coalizione Lega-Fratelli d'Italia-Forza Italia si sta sciogliendo come neve al sole. Non solo. Con l'esecutivo Pd-M5S-LeU dell'ex Avvocato del popolo sarebbe stato assolutamente impossibile anche solo ragionare su maggioranze diverse, la cosiddetta Ursula che include Silvio Berlusconi, con l'uscita (come è poi avvenuto) del centro Italia Viva-Azione-PiùEuropa.

Con l'ex presidente della Bce a Palazzo Chigi - ragionano al Nazareno - il quadro politico è ben diverso. Anche se Matteo Salvini dovesse sfilarsi, magari in autunno sulla Legge di Bilancio (riforma delle pensioni e fiscale) l'esecutivo andrebbe avanti comunque con il modello Ursula, ovvero con Forza Italia e i renziani dentro. Proprio perché Draghi, ipereuropeista, garantisce l'ex Cavaliere (e non solo) come non poteva fare Conte. Attenzione, perà, perché anche nel Carroccio - spiegano sempre le fonti Dem - stiamo assistendo a una divisione sempre più profonda. L'esigenza di non perdere troppi voti a destra verso Giorgia Meloni spinge Salvini e i salviniani a usare toni forti e a prendere decisioni al limite della rottura come quella di astenersi sull'ultimo decreto Covid.

Ma nella Lega c'è anche l'anima di centro, mai stata sovranista e mai stata anti-Bruxelles, che spinge invece per restare con Draghi e magari, in futuro, guardare al Partito Popolare Europeo. Un fronte composto dai ministri Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia, dal sottosegretario al ministero dell'Interno Nicola Molteni e dal popolarissimo Governatore del Veneto Luca Zaia (e in parte anche dal presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga specie da quanto ricopre il ruolo di numero uno della Conferenza delle regioni). Ecco perché Enrico Letta e tutto il Pd sono i primi sostenitori dell'attuale governo. Non tanto e non solo per i provvedimenti presi e in esame, ma perché politicamente spacca il Centrodestra e lacera al suo interno la Lega, nemico principale dei Dem.

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