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Politica
Governo, M5S dimezzato. Cura dimagrante "esplosiva". Sottosegretari: i nomi

La partita dei sottosegretari, che avrebbe dovuto chiudersi ieri ma che è ancora in alto mare, rischia di essere davvero la prima, seria, grana per il governo guidato da Mario Draghi. La colpa è soprattutto del caos nel Movimento 5 Stelle. Al momento, sul tavolo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, pare manchi proprio la lista dei pentastellati. In Parlamento i voti contrari (e le assenze non giustificate) per il via libera al nuovo esecutivo hanno fatto scattare le ben note espulsioni. Conseguenza di ciò, il "peso" politico del Movimento nelle aule di Montecitorio e di Palazzo Madama si è ridotto, e quindi anche la sua "quota" di sottogoverno.

Dalle iniziali 13-14 poltrone (sulle 40 circa da assegnare) pare si sia scesi a non più di 11, forse 10. Un taglio che appare ancora più notevole se paragonato ai 22 tra viceministri e sottosegretari M5S che figuravano nel Conte II. I grillini rischiano praticamente di essere dimezzati e quasi raggiunti dalla Lega che dovrebbe avere ben 9 sottosegretari. Fonti parlamentari parlano di "situazione esplosiva" che, se confermata, potrebbe far crescere ulteriormente l'area del malcontento tra i grillini con altri voti contrari al governo e altre, inevitabili, espulsioni. Tanto che nel Carroccio gongolano e qualcuno prevede già che, avanti di questo passo, la Lega diventerà la prima forza parlamentare dell'esecutivo Draghi, con relativo peso politico nelle scelte del presidente del Consiglio.

Ma vediamo i nomi in corsa. Il M5S punta a riconfermare Laura Castelli all'Economia, Angelo Tofalo alla Difesa, Pierpaolo Sileri alla Salute e, comunque in squadra, Stefano Buffagni e Giancarlo Cancelleri. I nomi dati in ingresso sono quelli di Francesca Businarolo, Agostino Santillo, Luigi Gallo, Gilda Sportiello e Luca Carabetta. Per il Pd la partita resta sempre legata alla rappresentanza di genere. Giovedì è convocata la direzione nazionale del partito, alla quale le Democratiche hanno chiesto di fare chiarezza riguardo ai criteri di assegnazione degli incarichi.

Difficile, però, far quadrare i conti con 8 posti a disposizione. Dovrebbero essere riconfermati, infatti, Andrea Martella all'Editoria, Antonio Misiani al Mef e Matteo Mauri al Viminale, mentre Enzo Amendola dovrebbe avere la delega agli Affari europei. Le altre quattro caselle, anche se Draghi avrebbe chiesto un 60% rosa, vedrebbero in lizza le viceministre e sottosegretarie uscenti Marina Sereni (Esteri), Lorenza Bonaccorsi (Cultura), Anna Ascani (Istruzione), Simona Malpezzi (Rapporti con il Parlamento) e le possibili new entry Susanna Cenni (Agricoltura), Marianna Madia (Innovazione) e Valeria Valente (Pari opportunità).

In pressing per ottenere nove 'poltrone' (una in più del Pd) il Carroccio, che punta a presidiare il Viminale con Stefano Candiani e il ministero del Lavoro con Claudio Durigon. Alla Cultura dovrebbe andare Lucia Borgonzoni e Raffaele Volpi alla Difesa, mentre gli altri nomi 'quotati' restano quelli di Massimo Bitonci, Massimiliano Romeo (che in questo caso lascerebbe il ruolo di capogruppo al Senato a Gian Marco Centinaio), Edoardo Rixi, Vania Gava e Giuseppina Castiello.

In quota Forza Italia tra i senatori potrebbero esserci Pichetto Fratin all'Economia, Stefania Craxi o Valentino Valentini agli Esteri, Francesco Paolo Sisto alla Giustizia, Francesco Battistoni all'Agricoltura, Maria Rizzotti alla Salute, Alessandra Gallone alla Transizione ecologica e Paolo Barelli allo Sport. In lizza anche Giorgio Mulè e Adriano Paroli, mentre per l'Udc sarebbe in pole Antonio Saccone. Punta a un viceministro e un sottosegretario, "nel rispetto sia del genere che della provenienza geografica che del bicameralismo Camera Senato", Matteo Renzi. Tra i nomi possibili ci sono quelli di Daniela Sbrollini per lo Sport, Davide Faraone al Mit o Francesco Scoma all'Agricoltura in rappresentanza del Sud, Lucia Annibali alla Giustizia. Cecilia Guerra è il nome di Leu per il Mef.

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