A- A+
Politica
I 5 parlamentari furbetti. Retroscena. L’arma dell’indignazione sulle elezioni
 

“Chi è più onesto nella disonestà?”. La frase di un addetto ai lavori parlamentari spiega il clima di caccia che stamattina serpeggiava tra i corridoi dell’assemblea legislativa italiana o quello che ne resta. Perché al di là dei proclami demagogici durante il lockdown, cioè che Camera e Senato sarebbero rimaste attive anche durante l’estate, i parlamentari sono tutti in ferie o ci stanno andando, escluso alcune commissioni del Senato ancora al lavoro per qualche giorno.

La notizia (riportata ieri da La Repubblica), dopo una segnalazione della direzione centrale Antifrode dell’Inps, dei 5 parlamentari, a circa 14.000 euro netti al mese, che hanno usufruito del bonus da 600 euro dell’Inps, ha aperto la vera partita delle prossime elezioni di settembre, referendum compreso.

 

La politica è a caccia, i 5 sarebbero tutti deputati, e il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha riferito quelli che sarebbero i gruppi di appartenenza (3 parlamentari sono della Lega, 1 del M5S e 1 di Italia viva). Ma è difficile parlare di disonestà. Il contributo dell’Inps per i mesi di marzo e aprile era destinato, secondo le disposizioni del governo con il Cura Italia e il decreto Rilancio, senza limiti di reddito, a partite Iva, Co.co.co., lavoratori stagionali, dello spettacolo, non iscritti agli Ordini e non titolari di pensione, che sostenevano a loro discrezione di essere in gravi difficoltà a causa del lockdown. Al di là dello sdegno unanime delle forze politiche, anche di quelli al governo che hanno apportato la legge, il problema sta nelle due disposizioni del Governo che non prevedevano tetti di reddito, con l’effetto che molti italiani, anche non politici ma con redditi alti, hanno ricevuto il bonus e milioni di persone non hanno visto neanche il denaro della Cassaintegrazione o se la sono vista arrivare con grande ritardo.

 

Nella partita nessun parlamentare spinge per mettersi in mostra sull’argomento. 

“Non hanno confessato neanche all’interno, ma vedrai che i nomi escono di certo”, ci spiega un deputato. La situazione è simile in ogni partito. 

“Secondo me escono a rate”, ci annuncia un senatore di maggioranza.

“I soldi non bastano mai”, racconta un secondo senatore, “magari i cinque, come i consiglieri regionali, non hanno fatturato per altre attività che svolgono con regolare partita Iva e quindi hanno chiesto del denaro che potevano ricevere”. Nella partita ci sono anche i consiglieri regionali.

“Ma adesso il problema è dei vertici dei partiti coinvolti”, ci spiega un altro. 

 

Gongolano i 5 stelle che possono usare come una clava in funzione antipolitica, tanto più per il referendum sul taglio dei parlamentari, la palla messa a disposizione dall’Inps, guidata dal professor Pasquale Tridico voluto lì proprio dal movimento.

“Se non si farà avanti da solo”, ha avvertito il capo politico dei 5 stelle Vito Crimi, riferendosi al proprio deputato coinvolto, “chiederò ai nostri parlamentari di rinunciare alla privacy e autorizzare l'Inps a fornire i dati di chi ha usufruito del bonus”.

Per Ettore Rosato di Italia viva, “nessun deputato Iv ha chiesto bonus… ho sentito Tridico e mi ha rassicurato”, aggiungendo che “questo modo di fare servizio pubblico da parte dell'Inps e' barbaro”.

Matteo Salvini ha chiesto l’immediata sospensione di chi è coinvolto e il governatore del Veneto Luca Zaia di tirare fuori i nomi, “non nascondendosi dietro la privacy”.

 

Ma chi è coinvolto davvero nello scandalo? Oltre i presunti 5 deputati si parla dello stesso bonus percepito da sindaci, presidenti di Regione, assessori e consiglieri. I consiglieri regionali guadagnano dai 10.000 euro a 13.000 euro lordi al mese e anche loro non dovrebbero essere stati messi in ambasce dal lockdown. Eppure avrebbero usufruito del bonus. Ma all'orizzonte non si parla di gruppi politici regionali né si vedono sanzioni, richiami parlamentari, regionali o altro, né potrebbero esserci. 

Quindi la patata bollente passa ai segretari di partito che dovranno gestirsi con nettezza la vicenda in funzione delle prossime regionali, soprattutto perché i nomi dei furbetti potrebbero davvero uscire a rate e allietare l’estate prima della tornata elettoral-referendaria di settembre, deformandone l’esito.

L'appuntamento, d'altronde, è importante. Pd e centrosinistra rischiano di perdere 4 governatori su 6 e senza nulla togliere alla gravità di quanto successo l’arma dell’indignazione sollevata a rate potrebbe risultare efficace per motivare i propri elettori indignati.

 

 

 

 

 

 

Commenti
    Tags:
    furbetti parlamento bonus inpsfurbetti 600 euro inpspolitici bonus inpslega m5s iv bonus inps5 parlamentari furbetti retroscenaelezioni settembre 2020 nomi furbetti





    in evidenza
    Angelina Mango, raccolta di inediti: in uscita l'album "Pokè melodrama"

    MediaTech

    Angelina Mango, raccolta di inediti: in uscita l'album "Pokè melodrama"

    
    in vetrina
    Meteo: freddo a ripetizione. Weekend gelido con neve

    Meteo: freddo a ripetizione. Weekend gelido con neve


    motori
    Nuova Smart Concept #5 SUV premium elettrico debutta a Pechino 2024

    Nuova Smart Concept #5 SUV premium elettrico debutta a Pechino 2024

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.