I governi balneari
Siamo un Paese basato sui rinvii. Non c'è dubbio. E' inutile lamentarsi. Siamo disposti a tollerare gli stessi errori e le stesse storture e nefandezze che ci hanno accompagnato per decenni e che hanno creato questa situazione catastrofica.
Un esempio calzante sono i mesi estivi, in cui l'unica cosa importante sono le vacanze, il mare, i viaggi, ecc.
Nonostante la crisi non si comprende che proprio in questi periodi si deve lavorare di più e soprattutto a non posticipare e procrastinare i problemi che si hanno o le decisioni importanti da prendere.
Noto, con dispiacere, che le stesse cattive abitudini della "lontana Prima Repubblica" sono seguite ancora oggi.
Allora si formavano i cosiddetti "Governi balneari" dediti solamente a svolgere la routine amministrativa dopo una crisi governativa, e per non rovinare le "meritate" vacanze dei politici di ogni schieramento si immolava al generale Agosto (ora si dovrebbe aggiungere anche Luglio e Giugno) un esponente politico di scarsa importanza e potere che aveva stampigliato sulla giacca la data di scadenza.
Altri tempi, altro mondo, altre crisi economiche (non profonde e senza il cappio Europa dei burocrati), ma stesse soluzioni deleterie.
Il più tipico esempio di governo balneare fu quello di Giovanni Goria (il più giovane Premier) durato meno di un anno dal 27 Luglio 1987 , quando si dicono le coincidenze, all'aprile 1988 . Un interregno tra i big Fanfani e De Mita.
E il governo Letta riuscirà a battere il record di Goria? Il continuo rimando delle decisioni importanti sono il sinonimo di governo balneare stile anni Prima Repubblica? Purtroppo ora non abbiamo il tempo e le condizioni che ci consentono certe deleterie soluzioni.
Massimo Puricelli
Legnano(MI)