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Politica
I nomi dei furbetti del bonus? L’esperto: La privacy è un problema reale
Rivelare i nomi dei furbetti in parlamento e nei consigli regionali che hanno chiesto il bonus Inps da 600 euro cozza contro le leggi sulla privacy. Anche se diversi giuristi e garante sulla privacy sostengono si possa riuscire a svelarne l’identità anche senza il consenso degli interessati il quadro normativo non appare semplice da aggirare. Lo abbiamo chiesto all’avvocato Massimo Melica, dello Studio Melica, Scandelin & Partners, specializzato in diritto applicato alle nuove tecnologie .

 

Melica: “Le norme sulla privacy non consentirebbero la diffusione degli elenchi dei beneficiari delle prestazioni dell’Inps. Lo hanno fatto sapere fonti vicine all’istituto di previdenza, a cui da domenica sera viene chiesto da più parti di fare i nomi dei cinque deputati e dei consiglieri regionali e governatori che hanno usufruito del bonus di 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle partite Iva in difficoltà”.

 

Non si esce da questo limite? Anche lei però ha usato il condizionale ‘consentirebbero’...

"Il bilanciamento tra riservatezza del dato e trasparenza del procedimento amministrativo è una questione giuridicamente aperta. Nel caso di specie, in cui sono coinvolti soldi pubblici si potrebbe optare per pubblicare la lista di tutti i beneficiari del bonus da 600 euro. Tuttavia si andrebbero a colpire gli interessi di quei professionisti che vedrebbero lesa la propria privacy o peggio la propria capacità sul mercato attraverso la pubblicazione del dato afferente il beneficio del bonus”. 

 

Quindi non si può conoscerli, non se ne esce?

“No. Ciò che è assolutamente da evitare è la politica del sospetto, ossia ritenere che potenzialmente un parlamentare abbia ricevuto aneticamente il bonus Inps. Unica soluzione è che il Parlamento decida di pubblicare la lista dei deputati e senatori che hanno ricevuto il bonus, un atto non dovuto ma sicuramente opportuno, di trasparenza e lealtà verso gli elettori."

 

Stessa cosa potrebbero fare i consigli regionali?

“I consigli regionali non hanno l'indipendenza normativa del Parlamento”.

 

E se si trovasse un accordo col Parlamento?

“Non possono farlo perché il Parlamento ha poteri diversi”.

 

Non si potrebbe trovare un modo per far venir fuori anche i consiglieri regionali? Sono tanti...

“La vedo difficile”.

 

Ma quando si chiedono dei soldi pubblici, almeno per quanto riguarda parlamentari e consiglieri regionali, visto il loro reddito, l’obbligo alla trasparenza non prevale sul diritto alla riservatezza?

“Questo è molto un discorso da antipolitica ma se analizziamo la questione giuridicamente, come tecnicamente devo fare io, posso dire che non è corretto perché non c’è una norma che lo dice. Non c’è una legge che stabilisce che questi politici hanno meno privacy di altri”.

 

Ai lettori interessano i nomi dei politici che ne hanno approfittato e ne hanno approfittato...

“E’ reato per la privacy pubblicare i loro dati. Perché se devo pubblicare dovrei farlo per tutti i riceventi il bonus. Ma tra questi puoi esserci anche il poveraccio che non vuole farlo sapere”.

 

Ci spieghi perché...

“Le conseguenze sul mercato, se faccio sapere che tizio è in crisi, sono degli effetti inevitabili sulla sua vita”.

 

Come ne usciamo?

“O loro ammettono e si espongono oppure dovrebbero essere pubblicati tutti ma in questo modo verrebbe colpito anche l’artigiano o il falegname che è in difficoltà sul serio ma che si spaccia, per mantenere un valore di mercato al suo lavoro, che sta bene”.

 

C'è una delibera dell'Anac con riferimenti normativi altri che dice questo: 'Per quanto attiene l’ambito oggettivo di applicazione, si rileva che l’art. 26, c. 2, impone la pubblicazione, nella sezione “Amministrazione trasparente”, sotto-sezione di primo livello “Sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi economici”, degli atti di concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese, e comunque di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati ai sensi dell’art. 12 della l. n. 241/1990, di importo superiore a mille euro. Tale pubblicazione costituisce condizione legale di efficacia del provvedimento concessorio'.

“Non la vedo applicabile a questi casi o comunque l’applicazione generebbero dei contenziosi che con molte possibilità si potrebbero risolvere a favore dei cosiddetti ‘furbetti’. Credo che la questione sia un fatto interno dei partiti”.

 

Perché?

“Non c’è una norma che vieti che io possa prendere i 600 euro né una norma che mi obblighi a renderlo pubblico. Perché bisogna tenere presente che molte persone si fanno il problema contrario cioè dicono ‘siccome per me è umiliante chiedere un aiuto allo Stato, in questo caso i 600 euro, devo essere sicuro che il mio nome non esca’ e hanno ragione. E il nome non deve potere uscire”.

 

Però questo caso è diverso...

“Certo. E capisco anche i partiti che sono in difficoltà e non sanno che strada scegliere. Si potrebbe optare per una soluzione differente: dire che coloro che hanno chiesto il bonus non verranno ricandidati o non verranno ricandidati in collegi sicuri, sapendo che non c’è scritto da nessuna parte che non devono essere ricandidati perché non hanno violato nessuna norma né era chiaro che prendendo il bonus non sarebbero stati ricandidati”.

Inps, la Lega: "Ubaldo Bocci non è un nostro tesserato"

"Siamo assolutamente amareggiati e sconcertati - affermano Daniele Belotti ed Alessandro Scipioni, rispettivamente Commissario regionale e Segretario provinciale fiorentino della Lega - riguardo al caso inerente al bonus Inps chiesto ed ottenuto anche dal Consigliere comunale Ubaldo Bocci. Nonostante la sua spiegazione che evidenzia come il suo atto fosse solamente una provocazione considerata la drammatica situazione causata dal Covid-19, pensiamo che aver richiesto il contributo sia stata una mossa, comunque, sbagliata. Teniamo, altresi', a precisare che Bocci siede a Palazzo Vecchio come indipendente di area centrodestra, ma che non e' tesserato col nostro partito".

Gentiloni: "Si parla di 5 miserabili, non di vaccini o Libano"

"Forse per le voci sui vaccini, o per l'attesa di nuove misure di stimolo Usa, un fremito di ottimismo percorre le borse. Intanto ci si interroga sui focolai Covid e su come contenerli, specie in vista della riapertura delle scuole. In Libano e' saltata in aria, con la citta' di Beirut, l'e'lite al potere, con possibili conseguenze per tutta l'area. Le democrazie sono sfidate dall'autoritarismo in Bielorussia e a Hong Kong. Governo e Parlamento in Italia stanno decidendo sul pacchetto di spesa pubblica piu' importante del dopoguerra: 100 miliardi in aggiunta al bilancio ordinario 2020. Intanto si avvia il lavoro per preparare la proposta per i fondi europei del Next Generation Eu, la storica emissione di debito comune per comuni obiettivi europei. Quisquilie, si dira'. Guai a distrarci dal dibattito su quei cinque miserabili del bonus". Lo scrive su Facebook il commissario europeo Paolo Gentiloni. 

Iv, avviata procedura per l'audizione di Pasquale Tridico

"Italia viva ha avanzato formale richiesta di audire il presidente dell'Inps Pasquale Tridico. E la presidente della commissione Lavoro della Camera si e' gia' attivata per verificare la prima data utile per svolgere l'audizione, anche da remoto". Lo riferisce all'AGI il vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Camillo D'Alessandro (Iv). Tuttavia, poiche' al momento la Camera e' chiusa per ferie, ci sono tempi tecnici necessari per poter convocare la commissione e svolgere l'audizione, ma "si provera' a farlo prima del 24 agosto", quando riprendera' l'attivita' di tutte le commissioni di Montecitorio dopo la pausa estiva. "Nella richiesta ufficiale fatta da Iv abbiamo chiesto anche che l'audizione si svolga da remoto, e c'e' gia' stato un riscontro positivo con la presidente Serracchaini che si e' attivata per avviare la procedura", conclude D'Alessandro.

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