Di Gianni Pardo
Le campagne elettorali sono suggestive al punto che perfino i più carichi di esperienza sono indotti a prendere sul serio le parole dei politici. In particolare quelle che vengono più spesso ripetute e che sembrano più ragionevoli. Chi può dubitare, oggi, della viscerale ostilità di Gianfranco Fini per Silvio Berlusconi e degli ottimi motivi di risentimento di quest'ultimo nei confronti dell'altro? Su questa base, tutti saremmo disposti a giurare che mai più i due si rimetteranno insieme. Eppure. Eppure, se il Pdl fosse posto dinanzi all'alternativa tra riprendersi il reprobo e avere il governo o passare all'opposizione, siamo sicuri che preferirebbe tenere il broncio al cognato di Giancarlo Tulliani? E siamo sicuri che il leader di un partito che attualmente veleggia intorno all'un per cento delle intenzioni di voto rinuncerebbe ad un posto di ministro?
Fantapolitica. Ma essa serve egregiamente allo scopo di ciò che si intende dimostrare. Non solo i politici mentono più del solito durante la campagna elettorale ma tutto può cambiare col risultato delle elezioni. Già normalmente essi mostrano scarsa memoria di ciò che hanno detto la settimana prima, ma potrebbero sempre giustificare i nuovi schieramenti col preteso interesse del Paese. Berlusconi e Fini potrebbero dire che accettano l'alleanza turandosi il naso, per amore dell'Italia, non diversamente da come, prima, Bersani si è adattato ad essere l'alleato del Pdl nel sostenere il governo Monti. I politici hanno sempre qualche buona scusa pronta. Per loro Abele potrebbe all'occasione essere colpevole di avere dato una testata troppo energica al bastone di Caino.
Nel caso concreto siamo in attesa di risultati che potrebbero essere veramente sorprendenti. Quale percentuale di voti otterrà il centro guidato da Monti? E quale percentuale otterranno i grillini? E Ingroia riuscirà ad avere un peso, nei futuri negoziati? Infatti da tutti questi risultati, considerando che i politici non soffrono di scrupoli ma sanno solo far di conto, potrebbero dipendere le alleanze più diverse. Comunque, se le previsioni non saranno completamente smentite, tutto ruota intorno a questo interrogativo: se sarà il partito più votato ma non avrà la maggioranza assoluta alla Camera e al Senato, con chi si alleerà il Pd? La prima certezza al riguardo è che, al bisogno, si alleerà anche col diavolo. Qui però di diavoli ce n'è più d'uno e questo offre varie possibilità. Tutto dipende dal peso che gli elettori avranno attribuito a ciascuna formazione.
Se per esempio il centro avrà molti voti, l'alleanza cui si mira sin da ora sarebbe facile. Ma a quale prezzo? Se Mario Monti insistesse per avere Palazzo Chigi, Bersani e i suoi amici lo accontenterebbero o lo manderebbero al diavolo, insieme col suo centro? E ancora, Casini e gli altri in questo caso si lascerebbero mandare al diavolo o scaricherebbero Monti? Senza dire che Vendola si dichiara risolutamente contrario a fare molto posto a Monti e nell'ipotesi di un grande successo di Ingroia potrebbe imporre un aut aut: o lasciate fuori Monti e creiamo una maggioranza di sinistra-sinistra con Ingroia, oppure io stesso e gli amici di Sel usciamo dal partito. E se invece il bottino del centro fosse magro, come pure il risultato di Ingroia, e il partito capace di offrire un consistente apporto di seggi fosse il Movimento Cinque Stelle, che farebbe il Pd? Preferirebbe il partito degli scalmanati incompetenti o l'appoggio del partito di Alfano, col quale ha già collaborato per molti mesi?
La scusa sarebbe facile: "Come prima ci si è adattati a sostenere insieme Monti, ora ci si rimette insieme per non lasciare l'Italia nelle mani degli sfascisti di Grillo". Per non dire che analoghi ragionamenti si possono fare per l'ipotesi di un improbabile, grande successo del centrodestra. Anche in questo caso tutte le alleanze sono possibili. Il diavolo sarà pure brutto, ma di qualcuno che non è cattivo non si dice pure che è "un buon diavolo"? Sono considerazioni amare. Non solo non possiamo fidarci delle parole che i politici dicono attualmente, ma loro stessi non saprebbero dirci ciò che veramente faranno, dopo le elezioni. Infatti il loro comportamento dipenderà dai numeri e dalle (infinite) combinazioni possibili.
L'unica occasione di divertimento, per chi ha un perverso sense of humour, è l'idea che potrebbe verificarsi una situazione per cui l'Italia sarebbe governata da un Pd sottoposto ai ricatti della sinistra estrema e dei dementi dell'antipolitica. Vedremmo i politici più incompetenti intenti a combattere la situazione economico-politica più difficile che l'Italia abbia affrontato in tempo di pace. Qualcosa come il film "Mamma, ho perso l'aereo", con il bambino molto più cretino e i delinquenti molto più forti e intelligenti. Bisognerà che quel sense of humour sia proprio perverso, per continuare a ridere