Il patto del Nazareno sbarca all'Anci. Pd-Fi, intesa anche nei comuni
Il patto del Nazareno sbarca all'Anci. Nell'ultimo Consiglio nazionale, si è data forma e sostanza all'intesa con Forza Italia. Un piccolo miracolo per l'ex Cavaliere, se si pensa che a dispetto del progressivo indebolimento del centro destra nei comuni italiani, la quota (40 per cento) convenzionalmente ottenuta nel recente congresso di Milano viene consolidata con le molte caselle dell'organigramma interno attribuite a sindaci e amministratori di area berlusconiana. Il patto del nazareno, in questa versione, mutua il carattere riformista dell'originale, ma perde il suo elemento propulsivo. Le conseguenze si sono viste nella formulazione degli incarichi: i vice-presidenti sono diventati dieci, più naturalmente il vicario. In ogni caso, si è provato ad addolcire la pillola annunciando la riduzione delle commissioni da 35 a 18.
Peccato però che ad ognuna di esse siano stati assegnati un presidente e un delegato del presidente. Ma c'è dell'altro: sono stati aggiunti 6 coordinatori. Finito? No. Infatti al posto del tesoriere è subentrato un comitato di tesoreria: lasci 1 e prendi 3. Insomma uno sforzo considerevole, tale anche da immunizzare, secondo gli auspici, da possibili critiche e contestazioni. Al contrario invece, in sede di votazione finale, si sono registrate clamorosamente una decina di astensioni in segno di palese insofferenza e disagio. A marcare le distanze sono stati alcuni "popolari" di centro-sinistra, alcuni di appartenenza Pd. E nell'Anci, a memoria d'uomo, non era mai accaduto che si manifestasse un atto di polemica a riguardo della proposta di governo interno...