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Politica
Il piano dei renziani per la Rai. "Con Salini se ne vada anche Foa"

 

Sono veri i rumor secondo i quali l'a.d. della Rai Fabrizio Salini sarebbe pronto a dimettersi entro giugno?
I giornali parlano da settimane di possibili dimissioni e Salini non ha mai smentito. Perché? Già questo alimenta dubbi. Vista la clausola del suo contratto che prevede il divieto di poter andare in altre aziende se il suo mandato supererà giugno, è comprensibile che stia riflettendo sul da farsi, vista la situazione attuale della Rai totalmente bloccata. Di certo il suo eventuale addio alla Rai aprirebbe un’occasione molto importante per l’attuale maggioranza di governo: non soltanto si potrebbe ristabilire il rispetto minimo del pluralismo e della qualità dell’informazione, ma ci sarebbe anche la possibilità di avviare una fase di riforma della governance del servizio pubblico verso il modello Bbc contenuto nella Riforma Gentiloni del 2007, quella che metterebbe la Rai al riparo dalla politica attraverso una Fondazione indipendente.

michele anzaldi vigilanza rai italia viva                      Michele Anzaldi
 

Quali sono i motivi di dimissioni così imminenti?
Non so quali siano le intenzioni di Salini, so però quali sono i risultati: è cambiato il governo ma la governance della Rai è rimasta quella gialloverde, con Foa alla presidenza imposto dalla Lega. La conseguenza è un’azienda bloccata, con Salini che senza maggioranza in Cda è stato costretto a barcamenarsi, senza la possibilità di fare nulla. Se sono serviti mesi e mesi per nominare un super professionista come Orfeo al Tg3, mentre vengono lasciati ai loro posti direttori pesantemente sanzionati dall’Agcom come Sangiuliano, significa che le cose non funzionano. D’altronde basta vedere i monitoraggi Agcom, con Salvini e Meloni in cima a tutte le classifiche di visibilità, insieme a Conte.

Secondo lei, il cda dovrebbe restare in carica o andrebbe rinnovato completamente?
Questo Cda rispecchia equilibri di governo che non esistono più, presieduto da chi non rispetta la legge che prevede un presidente di garanzia. Ci sono poi anche ombre sull’operato di Foa, come dimostra l’inchiesta della Procura di Roma sulla truffa dell’email del finto Tria. E’ inspiegabile che sia rimasto in carica fino a oggi.

Chi vorrebbe Italia Viva nel ruolo di amministratore delegato della Rai al posto di Salini?
Non spetta a me indicare nomi. Vista la situazione e visto che l’incarico avrà la durata di un solo anno, il buonsenso vorrebbe che si puntasse su un ,manager interno, che già conosce l’azienda. Ce ne sono in Rai, senza bisogno di cercare all’esterno. Anche perché il mandato sarebbe snello, al nuovo amministratore delegato si richiederebbe innanzitutto di riportare la Rai nell’alveo del rispetto del pluralismo, dopo la multa senza precedenti dell’Agcom, e nel rilancio dell’informazione, decaduta a livello mai visti sia in qualità che in quantità.

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