IL RETROSCENA/ MALUMORI NEL M5S MA RESTA L'INCHIESTA DI IMPEACHMENT
Malumori trasversali nel Movimento 5 Stelle, e non solo fra i dissidenti, per i toni con i quali Giorgio Sorial oggi ha attaccato il Capo dello Stato usando l'epiteto 'boia'. In Transatlantico nessun distinguo ufficiale, ma il ragionamento diffuso e' lo stesso: ferma la volonta' di proporre la messa in stato d'accusa del Capo dello Stato e ferme le critiche al presidente Napolitano - che e' "garante di questo Governo e del duo Berlusconi-Renzi" ma e' "assente" a garanzia del Parlamento e degli italiani" - i deputati M5S criticano il linguaggio usato dal collega, che, cosi', spiegano, ha coperto una conferenza stampa piena di contenuti e' che e' stata ora completamente oscurata.
L'incontro con la stampa era stato convocato per lanciare un'iniziativa di protesta contro decreti approvati in violazione delle leggi e delle regole e che doveva accendere i riflettori sulle osservazioni di merito del movimento, pronto a scrivere tante lettere al presidente Napolitano, auspicando un 'Suo', si legge nel testo, del tutto istituzionale, diffuso oggi, 'autorevole intervento nel difendere i principi sanciti dalla leggi vigenti e nel difendere l'ordinamento istituzionale che La vede come presidio supremo dello stesso" "Non mi faccia dire niente", taglia corto un parlamentare M5S. Va bene le critiche, ma certo non i toni, osservano a piu' voci altri deputati che attraversano il Transatlantico velocemente mentre in Aula e' ancora battaglia sul dl Imu Bankitalia. "Io sono inc....tissimo", ripete piu' d'una voce".