Italia futura boccia il decreto cultura
Un decreto che sposta risorse a scapito di altri settori, un "gioco dell'oca su Pompei", un pugno di mosche per i 500 giovani e il solito barcamenarsi tutt'altro che risolutivo sono i limiti del decreto legge dello scorso agosto per il rilancio dei beni culturali.
Questa la dura presa di posizione del prof Roberto Cecchi, pubblicata oggi sul sito di Italia Futura. Il testo sottolinea come con gli intereventi decisi non si vada oltre l'intento di una buona volontà ma si resti lontanissimi dall'affrontare e risolvere i problemi veri: da quello degli incentivi pubblici "che - assolutamente indispensabili - deve essere razionalizzato e reso credibile" a quello ormai critico di Pompei dove "è l'impianto nel suo complesso che non convince. Un catafalco barocco, con troppi rimandi, troppo pesante e solo apparentemente concepito per creare una struttura autonoma."
Inoltre - prosegue il Prof. Cecchi - il punto debole dell'intero decreto è "soprattutto, il criterio per cui il riassetto di un settore non può avvenire a scapito di altri. Più deboli e più indifesi. "
Inoltre "quel che non convince per nulla sono i "500 giovani per la cultura" . Si stanziano 2,5 milioni di euro per proseguire le attività di digitalizzazione del patrimonio culturale. Senza accorgersi che 2,5 milioni diviso 500 fa la bella cifra di 5.000 euro l'anno, che poi, tolte le tasse, al mese fanno ...."un pugno di mosche".
L'ex sottosegretario conclude "Il Paese si aspetta che vengano trovate delle soluzioni. Ma soprattutto che si dica davvero le cose come stanno. A quei "fortunati" 500 giovani bisogna dire con chiarezza che non è attraverso quei fondi che avranno un futuro per il lavoro. È anche una questione di dignità. Dopo la brutale disoccupazione che li attanaglia, non li possiamo trattare così".