Jobs Act, la Camera approva con 316 sì. Minoranza Pd divisa fra no ed astensione
E' passato con 316 sì e 6 no il Jobs Act alla Camera. Ora il provvedimento passa al Senato. Il bassissimo numero di voti contro si completa con l'uscita dall'Aula di una larga fetta delle opposizioni, e una nutrita pattuglia di deputati Pd, che hanno manifestato così il loro dissenso.
Tra le novità più significative introdotte durante l'esame in Commissione (modifiche che faranno tornare la legge delega a Palazzo Madama) c'è la norma che da una parte esclude per le nuove assunzioni la possibilità di reintegro per i licenziamenti economici (prevedendo solo un indennizzo "certo e crescente con l'anzianità di servizio") e dall'altra parte conserva il diritto al reintegro nel posto di lavoro solo per i licenziamenti "nulli e discriminatori" e per "specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato" che poi verranno definite nei decreti delegati dall'esecutivo.
Non hanno partecipato al voto uscendo dall'Aula M5s, Forza Italia e Lega, più trenta deputati 'dissidenti' del Pd che, pochi minuti prima della votazione finale, hanno firmato un documento per spiegare le ragioni del dissenso. Mentre la componente di Pippo Civati si è espressa contro. Hanno votato no rimanendo in Aula anche Francesco Saverio Romano di Forza Italia e Gianni Melilla di Sel, mentre Massimo Corsaro, di Fratelli d'Italia-An, ha votato sì in dissenso dal gruppo.
Stamane il presidente del partito, Matteo Orfini, in vista dei malumori prima del voto alla Camera, aveva fatto un appello in extremis ai dissidenti: "Abbiamo raggiunto una larghissima unità sul testo, spero che per rispetto della discussione fatta, dei cambiamenti apportati, del lavoro di ascolto reciproco e della nostra comunità, si voglia fare tutti un ultimo sforzo in Aula", aveva aggiunto.
Al termine della votazione il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso il suo apprezzamento per la votazione con un Tweet: "Grazie ai deputati che hanno approvato il #JobsAct senza voto di fiducia. Adesso avanti sulle riforme. Questa è #lavoltabuona".