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Politica
L’Italia in Movimento: con le imprese per una riapertura responsabile

L’Italia in Movimento è al fianco delle imprese italiane nella battaglia al coronavirus. Data la crisi sanitaria e socio-economica che il Paese è chiamato ad affrontare, è necessario essere pienamente consapevoli che nessun Paese potrà attenersi all’agenda decisa solo tre mesi fa.

Da quando è esplosa la crisi sanitaria, un milione di persone ha già perso il lavoro in Europa. Una cifra considerata ‘prudente’ e che, senza interventi decisi da parte dei Governi e dell’UE, potrebbe rapidamente quadruplicare, secondo le stime della Confederazione europea dei sindacati. Solo in Spagna nel mese di marzo si sono contati oltre trecentomila disoccupati in più, mentre nel Regno Unito si temono cifre peggiori di quelle della grande depressione.

Il prolungamento del lockdown industriale rischia di comportare, de facto, il collasso di interi cluster manifatturieri, la perdita di competitività e di centinaia di migliaia di posti di lavoro, un’incapacità di soddisfare le commesse già stipulate o in trattativa e, non da ultimo, un danno d’immagine difficilmente quantificabile a livello internazionale, con il rischio di uscire definitivamente dal radar degli investitori esteri e dalle catene globali del valore.

È necessario ‘riaccendere’ il Paese: se le regioni più dinamiche non ripartiranno in tempi rapidi, il ‘brand Italia’ ne uscirà irrimediabilmente compromesso e danneggiato, perdendo, probabilmente per decenni, il ruolo di secondo Paese manifatturiero d’Europa, già messo fortemente in discussione dagli ultimi dati di Eurostat sul valore aggiunto industriale complessivo e sul tasso di crescita medio annuo fra i Paesi della Ue.

È il momento di prendere decisioni cruciali per consentire un’effettiva ripartenza delle aziende e galvanizzare il tessuto industriale italiano, tenuto, ovviamente, conto degli orientamenti delle comunità scientifiche di riferimento. Si spera che la “Fase 2”, considerando tutti gli scaglionamenti e le variabili del caso, valutabili eventualmente a seconda delle Regioni, distretti, settori e filiere integrate a livello nazionale e internazionale, non sia ulteriormente rimandata.

Inoltre, considerando il Decreto Legge n. 23 dell’8 aprile, risulterà fondamentale facilitare l’accesso al credito e la possibilità per le imprese di godere delle risorse messe a disposizione senza eccessi di segmentazione e regolamentazione, così da accelerare i tempi e offrire strumenti concreti per preservare la loro operatività, individuando anche metodi alternativi che non causino un ulteriore indebitamento per le aziende, già fortemente colpite dalla crisi.

In supporto alla gestione dell’emergenza sanitaria ed economica, L’Italia in Movimento avanza le seguenti proposte:

1. Adozione di misure incentivanti affinché le aziende e i cittadini sottoscrivano prodotti assicurativi ad hoc (“Disaster Relief”) per tutelarsi in caso di eventi eccezionali e garantirsi ulteriori capacità economiche, per prevenire eventuali lacune da parte dello Stato;

2. Obbligo, per la Pubblica Amministrazione (fra cui Protezione Civile, Regioni, Strutture Ospedaliere, ecc.) di rendicontare le donazioni ricevute attraverso la pubblicazione anche on line

 

 

Associazione L’Italia in Movimento Via Giovanni Marradi 1, 20123 Milano MI

degli importi, dei soggetti donatori e dell’impiego specifico di tali fondi in modo tale da garantire massima trasparenza in merito;

3. Bonus sanitario: Canalizzazione di una parte delle risorse finanziarie così raccolte (vedi sub punto 2) in favore degli operatori sanitari coinvolti nell’emergenza Covid-19 esentando le stesse da qualunque tipo di tassazione;

4. Riconoscimento a tutti i soggetti pregiudicati in modo diretto dall’emergenza sanitaria in corso di supporti economico / finanziari senza obbligo di rimborso (a fondo perduto) sulla base di criteri oggettivi e non discrezionali;

5. Allineamento delle aperture progressive delle aziende, in applicazione del Protocollo di Sicurezza, con quelle degli altri Paesi europei per evitare isolamento economico e relazionale.

Simone Crolla, Presidente de L’Italia in Movimento, dichiara: “Riteniamo necessario che dalla ‘pandemia’ non si passi alla ‘carestia’. Dobbiamo affrontare questo periodo di immense problematicità consapevoli che si debba ripartire, tutelando chi è maggiormente in difficoltà e consentendo di poter lavorare in sicurezza, tornando a produrre quanto prima. Ci stiamo giocando in queste settimane decenni passati e futuri della nostra economia: l’Italia deve tornare al lavoro. La nostra proposta è quella di premiare chi ha perso e rischiato la vita nel fronteggiare questo virus, garantendo loro un adeguato riconoscimento economico, e aiutare il Paese a ripartire, consapevoli delle lezioni imparate”.

 

Angelo Cardarelli, Vice Presidente de L’Italia in Movimento aggiunge “Volendo vedere il tutto anche in ottica costruttiva, è poi necessario approfittare delle cose comunque positive che tale situazione ha paradossalmente generato, rivendendo – ad esempio – degli schemi lavorativi che, si è visto oggi, essere superati attraverso della tecnologia esistente, efficientando l’apparato ammnistrativo in senso meno burocratico e più efficace in modo tale da rispondere meglio alle esigenze dei cittadini, e comunque valorizzando la coesione sociale e il reciproco rispetto di cui, in queste settimane, si è dato largamente prova. In altre parole noi dell’Italia in Movimento confidiamo che l’esperienza che stiamo purtroppo vivendo non si limiti ad essere concepita come evento drammatico e di crisi bensì, almeno, anche come precisa occasione di rilancio, cambiamento e sviluppo: occasione che, ormai da troppo tempo, si auspica e si attende inutilmente.”

 Associazione L’Italia in Movimento Via Giovanni Marradi 1, 20123 Milano MIdegli importi, dei soggetti donatori e dell’impiego specifico di tali fondi in modo tale da garantire massima trasparenza in merito;3. Bonus sanitario: Canalizzazione di una parte delle risorse finanziarie così raccolte (vedi sub punto 2) in favore degli operatori sanitari coinvolti nell’emergenza Covid-19 esentando le stesse da qualunque tipo di tassazione;4. Riconoscimento a tutti i soggetti pregiudicati in modo diretto dall’emergenza sanitaria in corso di supporti economico / finanziari senza obbligo di rimborso (a fondo perduto) sulla base di criteri oggettivi e non discrezionali;5. Allineamento delle aperture progressive delle aziende, in applicazione del Protocollo di Sicurezza, con quelle degli altri Paesi europei per evitare isolamento economico e relazionale.Simone Crolla, Presidente de L’Italia in Movimento, dichiara: “Riteniamo necessario che dalla ‘pandemia’ non si passi alla ‘carestia’. Dobbiamo affrontare questo periodo di immense problematicità consapevoli che si debba ripartire, tutelando chi è maggiormente in difficoltà e consentendo di poter lavorare in sicurezza, tornando a produrre quanto prima. Ci stiamo giocando in queste settimane decenni passati e futuri della nostra economia: l’Italia deve tornare al lavoro. La nostra proposta è quella di premiare chi ha perso e rischiato la vita nel fronteggiare questo virus, garantendo loro un adeguato riconoscimento economico, e aiutare il Paese a ripartire, consapevoli delle lezioni imparate”. Angelo Cardarelli, Vice Presidente de L’Italia in Movimento aggiunge “Volendo vedere il tutto anche in ottica costruttiva, è poi necessario approfittare delle cose comunque positive che tale situazione ha paradossalmente generato, rivendendo – ad esempio – degli schemi lavorativi che, si è visto oggi, essere superati attraverso della tecnologia esistente, efficientando l’apparato ammnistrativo in senso meno burocratico e più efficace in modo tale da rispondere meglio alle esigenze dei cittadini, e comunque valorizzando la coesione sociale e il reciproco rispetto di cui, in queste settimane, si è dato largamente prova. In altre parole noi dell’Italia in Movimento confidiamo che l’esperienza che stiamo purtroppo vivendo non si limiti ad essere concepita come evento drammatico e di crisi bensì, almeno, anche come precisa occasione di rilancio, cambiamento e sviluppo: occasione che, ormai da troppo tempo, si auspica e si attende inutilmente.”

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