Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

La crisi economica ha gettato nella povertà migliaia di italiani facendo chiudere aziende e riducendo il potere di acquisto di pensionati e dipendenti. Ma c'è una categoria che più di altre ha sofferto: quella dei padri separati. Già, una categoria, perché il numero di genitori tornati single dopo il matrimonio ha raggiunto numeri da record. Nella sola Lombardia sono più di 100mila. Succede così che la Lega si è mossa per agganciare quella parte dell'elettorato che più di altri non arriva alla fine del mese.
LA LEGA - Lo sa bene Matteo Salvini, segretario del Carroccio in Regione Lombardia e soprattutto padre separato. "La mia esperienza mi ha fatto toccare con mano una realtà dolorosa", spiega ad Affaritaliani.it. "Anche se per me è stata una separazione condivisa e non litigiosa, in moltissimi casi i rapporti finiscono male e oltre al danno psicologico si somma quello pecuniario". La Lega ha così deciso di agire su due fronti. Da un alto ha candidato quattro responsabili dell'Associazione Mamme e papà separati Lombardia nelle liste di Maroni. E poi ha inserito nel programma elettorale tre punti. "Primo, agevolazioni per l'assegnazione delle case popolari", spiega Salvini ad Affari. "Secondo, contributo per il pagamento dell'affitto e del mutuo del coniuge che esce di casa e infine, per le donne, un fondo per l'integrazione dell'assegno di mantenimento qualora non venga corrisposto dall'ex coniuge".
IL CASO VENETO - Secondo l'Eurispes in Italia i papà separati sono quattro milioni e ottocentomila vivono sotto la soglia di povertà, molti dormendo in macchina o, peggio ancora, per strada nonostante abbiano un lavoro e un reddito. La Regione Veneto, guidata da un governatore leghista, Luca Zaia, per fare fronte a questa emergenza, ha istituito un fondo di 500mila euro. Trecentomila per contribuire al pagamento dell'affitto e duecentomila per facilitare l'accesso al credito. "Il modello è proprio quello del Veneto", spiega Salvini. "Da Roma non arriva nulla, così ci pensa la Regione. Perché nell'assenza dello Stato ormai sono i nonni il vero fondamento della Repubblica italiana".