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Politica
Lega, i nomi del 'politburo' di Salvini. Non più uomo solo al comando

Forse la parola rivoluzione è eccessiva, ma sicuramente la segreteria politica della Lega che Matteo Salvini si appresta a varare segna una svolta nel partito ex padano e sovranista che, nonostante il magro risultato delle Regionali del 20-21 settembre, resta comunque la prima forza politica del Paese. Il Capitano, o ex Capitano come dicono i suoi detrattori dopo le sconfitte in Emilia Romagna e in Toscana, ha deciso di costruire una struttura vecchio stile copiando il modello dei partiti della Prima Repubblica. "L'Italia è in campagna elettorale permanente e Matteo non può fare tutto da solo, anche perché si è reso conto che condividere le scelte significa anche limitare il numero degli errori", confida una fonte del Carroccio.

Della Lega, fin dai tempi di Umberto Bossi, si è sempre detto che fosse un soggetto politico leninista ed è così che la segreteria politica dell'ex ministro dell'Interno assomiglierà a una sorta di politburo modello Unione Sovietica, una cerchia ristretta chiamata ad affiancare il segretario nelle decisioni chiave e strategiche. I dipartimenti lanciati mesi fa lavorano sotto il profilo governativo e contenutistico, ovvero preparano i disegni di legge e affiancano deputati e senatori delle varie commissioni parlamentari per mettere a punto gli emendamenti ai provvedimenti varati dall'esecutivo.

La segreteria avrà invece un compito organizzativo e soprattutto di indirizzare la strategia politica del partito. E quindi le alleanze elettorali, le manifestazioni da organizzare, i temi sui quali spingere in quel determinato momento, l'atteggiamento da tenere in Parlamento, i rapporti con gli alleati del Centrodestra e con la cosiddetta società civile. Il primo nome, e non poteva mancare, è quello dell'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, già responsabile esteri della Lega. GG ha una lunghissima esperienza, rapporti ottimi con il mondo del Vaticano ed è amico personale di Mario Draghi. Spesso le sue uscite non sono state in linea con quelle di Salvini, come quando recentemente ha annunciato il suo No al referendum sul taglio dei parlamentari, ma sicuramente fa presa sulla base storica delle valli lombarde ed è a Roma l'uomo con la maggior esperienza politica e con agganci internazionali, anche oltreoceano.

Nella segreteria entreranno anche i due capigruppo, Riccardo Molinari (Camera) e Massimiliano Romeo (Senato), oltre al vicepresidente di Palazzo Madama e volto storico della Lega Roberto Calderoli. Un posto nel politburo del Carroccio anche per il giovane vicesegretario Andrea Crippa, vero e proprio globtrotter sempre in viaggio da Nord a Sud per controllare il territorio e risolvere i fisiologici problemi che in un grande partito non mancano mai. Probabile l'ingresso anche dell'ex ministro Lorenzo Fontana, uomo di cui Salvini si fida moltissimo, esattamente come del rhodense Fabrizio Cecchetti, vicecapogruppo a Montecitorio silente (modello Giorgetti) con i giornalisti ma esperto di tattiche parlamentari e con fiuto politico.

Sul fronte economico quasi certamente nella segreteria entrerà anche il senatore toscano Alberto Bagnai, attualmente alla guida del dipartimento economia del Carroccio, e, forse, anche gli ex membri del governo Conte I Massimo Garavaglia e Claudio Durigon. Tra le donne l'unica sicura di far parte del politburo di Via Bellerio è la candidata sconfitta in Toscana Susanna Ceccardi che, pragmatica e concreta, ha comunque saputo raccogliere il 40% di voti in una Regione rossa da sempre. Punto di domanda su altre tre salviniane doc che, comunque, hanno già la guida di un dipartimento: Giiulia Bongiorno (giustizia), Erika Stefani (autonomia) e Lucia Borgonzoni (cultura).

Probabile l'ingresso nella segreteria anche dell'ex ministro Gianmarco Centinaio, responsabile agricoltura e turismo del Carroccio. Per quanto riguarda i Governatori, Luca Zaia in testa, al momento non è prevista la loro entrata nel politburo leghista, anche se avranno una sorta di canale diretto con il segretario e la segreteria e un ruolo di primo piano. Salvini non sarà più l'uomo solo al comando, il Capitano non abdica ma si lascia affiancare da una squadra per le principali scelte politiche. Una sorta di piccola rivoluzione bolscevica-leghista in perfetto stile sovietico. Ovvero in perfetto stile Carroccio.

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