Nasce la nuova Italia post-democristiana di Letta
Di Alberto Maggi
Perdono Berlusconi, Renzi, Vendola e Maroni. Pareggia Alfano. Vincono Letta e Napolitano. Si contano i vincitori e i vinti di questa semi-crisi di governo. Il Cavaliere, che dopo la decandenza di venerdì rischia l'arresto, ha sbagliato i calcoli ed è stato scornato ancora una volta dai suoi. Ennio Doris e perfino Gianni Letta gli avevano consigliato di non ascoltare la Santanchè e di andare avanti con Letta. Ha voluto la guerra e ha perso. Infatti ha dovuto alla fine dare la fiducia tra le lacrime.
Il sindaco di Firenze ora è obbligato a starsene buono e per un po' di tempo e le sue velleità di diventare premier se ne staranno le cassetto. Il leader di Sel ha cercato di spiengere il Pd via dal governo così come il Governatore lombardo ha fatto con il Pdl. Entrambi i tentativi sono falliti.
Alfano esce come il leader della nuova destra moderata ma certamente non più influente come prima. Il delfino è cresciuto ma i suoi numeri si sono ridotti. Letta (Enrico) è il nuovo leader della nuova Italia neo-post democristiana. Lui, di centro, è riuscito dove Bersani ha fallito. Si ipoteca la premiership almeno fino al 2015 e insieme a Napolitano è il vero vincitore di questa crisi politica. Avanti con le riforme economiche e istituzionali, con la stabilità che tanto piace ai mercati. Il tutto con l'avallo delle parti sociali e delle gerarchie della Chiesa. Letta continua.
P.S. Non classificato Sandro Bondi. Poco prima dell'annuncio di Berlusconi del sì alla fiducia aveva motivato il no in Aula in diretta tv con enfasi e accuse ai dissidenti del Pdl. Il plastico esempio della capriola del Cav. Da oggi Bondi è meglio che non si faccia vedere...