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Politica
M5S, Conte nei guai. Nuovi addii, caos Rousseau. Ipotesi seggio a...
(fonte Lapresse)

Nessuno, soprattutto in M5s, a giugno 2018, giorno dell'insediamento del suo primo esecutivo, avrebbe mai pensato che il destino di Giuseppe Conte, presidente del Consiglio per due volte, avrebbe potuto rimanere intrecciato nella 'guerra', sempre piu' accesa, con Davide Casaleggio. Ma e' con il presidente della piattaforma Rousseau - sulla quale si sono votati gli snodi piu' importanti della vita del Movimento - che ci sono stati i sostanziali intoppi affinche'' l'avvocato del popolo', come lui stesso si e' definito, diventasse il leader effettivo del Movimento 5 Stelle. All'orizzonte e' nata, intanto, la possibilita' - sulla carta - che M5s candidi l'ex premier alle elezioni suppletive per la Camera dei deputati dopo 'l'addio' al seggio del gia' viceministro agli Esteri, Emanuela del Re, che ha ricevuto un incarico Ue per il Sahel. Alla moviola, poi, basta guardare le foto del giuramento del primo esecutivo Conte per vedergli affianco, sorridenti le ministre della Difesa, Elisabetta Trenta - che oggi ha lasciato - e del Sud, Barbara Lezzi, 'cacciata' per il 'gran rifiuto' a votare la fiducia nei confronti dell'attuale governo di Mario Draghi. Conte, al lavoro sul progetto - ormai definito , e' stato riferito - di rifondazione di M5s con tutto questo si e' e si sta confrontando, senza perdere di vista le amministrative ormai alle porte.

Con Rousseau, dopo la pronuncia del garante della Privacy, il rischio e' che si arrivi alle carte bollate in tribunale. La risposta dell'Autorita' per la tutela dei dati personali, che ha dato ragione al Movimento sulla 'proprieta'' dei nomi degli iscritti non ha, infatti, placato gli animi. Se M5s esulta perche' ritiene sia sbloccata l'impasse che possa portare, a breve, alla leadership di Giuseppe Conte, Davide Casaleggio lancia un warning ritenendo che il Movimento sia privo di una guida. Per questo, osserva, serve un voto che indichi il direttivo a 5, varato dagli Stati generali, e che manda in soffitta la figura del capo politico. E sulla premiership M5s rilancia: "Dal momento che per potersi candidare" a essere a capo del Movimento "e' necessario essere iscritti da almeno 6 mesi e Giuseppe Conte non si e' iscritto al Movimento, per poter consentire di svolgere la sua attivita' di rifondazione del Movimento 5 Stelle e' sufficiente prevedere l'inserimento di una nuova figura nello Statuto riconosciuta ed eletta democraticamente. Questo consentirebbe di poter presentare e condividere immediatamente il suo progetto, in attesa da oltre 3 mesi, anche a prescindere da questioni burocratiche che richiedono tempo". In attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda, che potrebbe finire davanti al giudice ordinario, l'ex ministra della Difesa Trenta lascia M5s. Non e' un fulmine a ciel sereno, la storia parte da lontano, dalla scelta dei 'facilitatori, i referenti territoriali di M5s, voluta dall'allora capo politico, Luigi Di Maio. "Lascio con tanto dolore ma senza il rimpianto di non averci creduto e di non averci provato fino all'ultimo. Questa - e' la denuncia - non e' piu' la casa della trasparenza, della democrazia dal basso, della partecipazione e della coerenza con valori che sono e resteranno comunque miei. Lascio perche' il coraggio di andare contro, quando e' necessario, e' stato messo in secondo piano dai personalismi, perche' i troppi compromessi e le retromarce sono la negazione dei sogni di chi ha creduto in noi". Che Giuseppe Conte possa, sulla carta, correre per le suppletive della Camera sembra un dato di fatto, ma che resti ancora solo un'ipotesi, fra i 5 Stelle, e', ad ora, altrettanto scontato, a meno di successivi sviluppi. Certo, se ne comincia a parlare e le valutazioni che si raccolgono sono diverse: c'e' chi ritiene che Conte non lo farebbe; chi sostiene che sarebbe un downgrading; chi osserva, anche nella maggioranza, che, invece, sarebbe un problema avere un capo politico che non sieda in Parlamento anche visto che, fra non molto, iniziera' il confronto fra le forze politiche sull'elezione del capo dello Stato; chi ritiene che si vedrebbe meglio al Senato e che, in ogni caso, non vi sarebbe alcuna retrocessione nell'essere scelti dai cittadini dopo aver fatto il premier. Anzi, sara' nell'ordine delle cose che accada. Se Conte accettasse, correrebbe per la Camera nella circoscrizione Lazio 1, collegio uninominale di Roma Primavalle dove e' stata eletta l'ex viceministra agli Esteri. Se della nomina della Del Re si sapeva gia' nelle scorse ore, su Conte possibile candidato a Roma molti parlamentari non immaginavano nulla e non sanno nulla: "ormai - e' il refrain - non sappiamo piu' niente".

Sul tavolo c'e' un altro tema, altrettanto di rilievo: la posizione di M5s verso il governo Draghi. Secondo quanto viene riferito, non mancano quanti, soprattutto al Senato, ritengano che non sarebbe sbagliato uscire dalla maggioranza e fare opposizione, come sta facendo Giorgia Meloni che, peraltro osserva qualcuno, ha preso il volo nei sondaggi. Anche perche' il Movimento starebbe perdendo, dopo aver abbracciato l'Esecutivo di Mario Draghi, consensi. Una 'tesi' che si e' manifestata, viene ancora riferito, da qualche settimana, sin da quando il ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli ha minacciato le dimissioni per lo 'scontro' interno sulla distribuzione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Uscire dalla maggioranza non e', comunque, in alcun modo all'ordine del giorno, anche se si apprende in ambienti pentastellati, l'potesi non puo' non preoccupare il principale alleato dell'asse di centrosinistra cui guarda Conte, il Pd. Intanto si profilerebbe il ritorno in Parlamento, alla comunicazione, di Rocco Casalino che dovrebbe essere assunto, riferiscono voci interne, sia dal gruppo della Camera sia da quello del Senato. "Ma seguira' Conte", e' "scontato". Il che non crea malumore di per se' ma un certo nervosismo lo genera il fatto che non sia stato espressamente detto: "noi rimaniamo solo un bancomat", notano alcuni fra gli eletti.

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