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Politica
M5s, De Raho: "La riforma Cartabia non risolve i problemi della giustizia"
Federico Cafiero De Raho - Deputato del Movimento 5 Stelle ed ex Procuratore nazionale antimafia

Affaritaliani.it intervista Federico Cafiero De Raho: ex Procuratore nazionale antimafia e neoeletto alla Camera dei deputati con i 5 Stelle

Una nuova vita. È quella che si appresta ad affrontare Federico Cafiero De Raho, classe 1952 e giudice in pensione. Pm a Milano e a Napoli negli anni ’70 e ’80, Procuratore aggiunto nel capoluogo campano dal 2006 al 2013, Procuratore capo a Reggio Calabria dal 2013 al 2017 e Procuratore nazionale antimafia dal 2017 al 2022. Un curriculum che parla da solo. Ma a 70 anni Cafiero De Raho ha ancora qualcosa da dare al Paese. È per questo che in estate ha accettato la proposta di Giuseppe Conte di candidarsi con il Movimento 5 Stelle. L’ex magistrato è stato eletto per la Camera dei deputati come capolista nel collegio plurinominale “Emilia Romagna 03” e in quello della Calabria

Il Cdm ha approvato i tre decreti attuativi della riforma Cartabia, che valutazione da? Avremo una giustizia più efficiente?

“Per avere una giustizia penale più efficiente è necessario adottare meccanismi che velocizzino il processo e conducano ad una sentenza definitiva in tempi brevi. L’improcedibilità processuale non è un modo per dare rapidità al processo, ma solo un espediente per aggirare il problema e non risolverlo. Ben vengano le semplificazioni delle notificazioni, il processo telematico, la giustizia riparativa, ma sui meccanismi di accelerazione della giustizia penale c'è da lavorare, superando l'attuale improcedibilità per il decorso del tempo. Occorre rafforzare gli organici dei magistrati e del personale amministrativo e rendere pienamente efficiente l’Ufficio per il processo, affinché sia capace di assolvere pienamente i compiti per cui è stato istituito”.

Il Fatto ha calcolato 41 tra imputati e condannati nel nuovo Parlamento, di cui uno dei 5 stelle: è legittimo che siedano in Parlamento o è inopportuno?

“Ci sono aspetti che vanno rivisti certamente. Come ho già detto i partiti politici, che formano le liste elettorali, devono scegliere candidati assolutamente trasparenti e immuni da rapporti con gli ambienti criminali. I nostri parlamentari non devono essere nemmeno sfiorati dal sospetto di illegali relazioni. Il Paese vuole persone affidabili per preparazione ed etica; non è sufficiente non aver riportato condanne penali. Il profilo della responsabilità penale è proprio della giustizia; per il parlamento occorrono persone credibili per il profilo professionale e, al tempo stesso, per quello morale. Per avere fiducia nello Stato bisogna che la politica sia rappresentata da cittadini mossi unicamente dall’obiettivo del bene del Paese, senza mai essere deviati o influenzati da interessi personali. Le situazioni poi vanno analizzate singolarmente. Occorre rigore. I partiti devono essere i primi garanti della legalità”.

Per il ministro della giustizia si parla di Carlo Nordio e Giulia Bongiorno, come li vede nel ruolo di Guardasigilli?

“Sono due persone certamente qualificate per svolgere quel ruolo nella formazione politica di riferimento”.

Meglio un tecnico o un politico in quel ruolo?

“Il valore tecnico è indispensabile per svolgere correttamente il ruolo di ministro della Giustizia e sovrintendere la complessa struttura del Ministero; il valore politico si sostiene e si riempie anche di capacità e conoscenze tecniche”.

Sarà membro della commissione antimafia?

“E’ prematuro dirlo. Si vedrà in considerazione delle competenze. Sarebbe la strada più naturale”.

Lei è stato eletto in Calabria, in quale località si recherà per prima?

“Sono stato eletto anche in Emilia Romagna. Ho promesso agli elettori della Calabria e dell’Emilia Romagna che sarei stato presente nei territori e voglio essere il loro costante riferimento per tutte le difficoltà e problematiche da affrontare localmente o in Parlamento. Li incontrerò frequentemente per conoscere e affrontare le difficoltà dei territori. Mi impegnerò al massimo per risolvere le diverse problematiche riguardanti lo sviluppo delle aziende, la mancanza di lavoro, la sofferenza degli ultimi e la pervasività della ‘ndrangheta e delle altre organizzazioni criminali”.

Che cosa risponde a chi dice che il M5S ha candidato due magistrati in quanto forza politica giustizialista?

"Giustizialista no. Non lo accetto. Io sono per la giustizia, per le garanzie dei cittadini e per il rispetto della legge. Escludo che un magistrato possa diventare un politico giustizialista; credo che sia una persona che, per le sue conoscenze e competenze, possa contribuire ad un progetto di miglioramento del sistema giudiziario e sviluppo culturale e sociale. I magistrati hanno il compito di applicare la legge e per il loro lavoro devono studiarla, interpretarla, approfondire gli orientamenti giurisprudenziali. Avere persone competenti credo sia un vantaggio per il Parlamento, certamente non può essere un nocumento. Naturalmente parliamo di magistrati che non torneranno a svolgere le funzioni giudiziarie, per non appannare l’immagine di terzietà che deve accompagnare l’esercizio della giurisdizione”.

In passato da magistrato ha indagato su Forza Italia, che cosa dirà a Berlusconi quando lo vedrà?

“Non ho mai indagato Berlusconi, né alcun partito. Ho sempre lavorato osservando e applicando la legge. Ho sempre svolto indagini di mafia. L’indagine, a volte, ha coinvolto amministratori pubblici di uno schieramento politico della 'destra' o di uno schieramento della 'sinistra'. Il magistrato non è né di destra, né di sinistra. E’ un uomo che esercita la giurisdizione e applica, con rigore, la legge, osservandola. Questo è stato il mio compito”.

Quindi non dirà nulla a Berlusconi?

“In Parlamento si lavora insieme. Il mio compito sarà far comprendere l’importanza e le ragioni della linea che andremo a sostenere di volta in volta. Per me sarà un impegno di grande importanza. Darò il massimo contributo, anche tecnico, nei temi di mia competenza, mentre approfondirò tutti gli altri per partecipare consapevolmente e costruttivamente agli sviluppi dialettici finalizzati alle migliori risoluzioni”.

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