M5s, Petrocelli: "Il governo di Kiev legittima i nazisti. Io non mi dimetto"
Il presidente della commissione Esteri al Senato: "Mi vogliono cacciare solo perché contrario all’invio di armi all’Ucraina. Sarebbe un precedente pericoloso"
Guerra Russia Ucraina, Petrocelli: "Escalation militare Usa? Uno schifo"
Vito Petrocelli rischia di dover dire addio alla sua poltrona di presidente della commissione Esteri del Senato. L'ormai ex M5s continua a non volersi dimettere e passa al contrattacco. "Sarebbe - spiega Petrocelli a Repubblica - un grave precedente: mi caccerebbero solo perché contrario all’invio di armi all’Ucraina. La Z postata sui social? E’ stata una provocazione contro la retorica Nato e gli slogan neonazisti. Quelli che esaltano il Battaglione Azov come eroi. E mi stupisce quella parte della sinistra che ci passa sopra. Lei sa vero, che Poroshenko ha riabilitato come eroe nazionale Stepan Bandera, il leader che combatté accanto ai nazisti durante la Seconda guerra? È come se l’Italia avesse rivalutato Mussolini".
"Anche se adesso c'è Zelensky - prosegue Petrocelli a Repubblica - il Paese è quello. Poteva annullare l’onorificenza, invece non l’ha fatto. Anzi ha inserito il Battaglione Azov nella guardia nazionale. Non giustifico l’invasione, ma capisco cosa vuol dire avere tutti gli armamenti Nato alle porte. L’Ucraina era un Paese fallito ed è stato tenuto in piedi dagli americani con questo espediente. Trovo l’escalation militare Usa uno schifo. Non mi dimetto. La Russia? È una democratura, ma non per questo dev’essere criminalizzata. Prendete il caso Orsini, venne a parlare di queste cose in Senato nel 2019, fu giudicato da tutti interessante. Ora lo demonizzano".