Mattarella rovina i piani di Renzi. Veti incrociati sul dopo-Lupi
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Si allungano i tempi per la scelta del nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Matteo Renzi, nel giorno delle dimissioni di Maurizio Lupi, aveva promesso che il suo interim sarebbe durato pochi giorni. E invece pare proprio che dovremo attendere almeno fine aprile o addirittuta i primi di maggio. Il premier è salito al Quirinale nella giornata di lunedì per un primo colloquio con Sergio Mattarella. Come era ampiamente prevedibile il Capo dello Stato ha bocciato l'ipotesi ventilata da alcuni settori del Pd di spacchettare il dicastero (ipotesi che avrebbe consentito di trovare più facilmente una soluzione e un accordo nella maggioranza): la Legge Bassanini lo vieta espressamente. E dunque si torna a lavorare intorno al nome del sostituto di Lupi. Il nodo è politico. Renzi vuole un suo fedelissimo e in pole position ci sono i due sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Luca Lotti e Graziano Delrio, accontentando il Nuovo Centrodestra con il ministero degli Affari Regionali - ancora libero - a Gaetano Quagliariello. Ma l'Ncd non ci sta.
Siccome il ministero delle Infrastrutture dei Trasporti era guidato da un uomo dell'Ncd la logica vuole che continui ad essere così. Il numero uno del Viminale starebbe pensando a diversi nomi, uno fra tutti Maurizio Sacconi. Ma non è l'unico alfaniano in corsa. Il problema, però, sono gli equilibri della maggioranza. Se passa l'idea di un bicolore Pd-Ncd i pochi rimasti in Scelta Civica potrebbero entrare in fibrillazione e minacciare di lasciare la maggioranza mettendo in grave difficoltà il governo a Palazzo Madama. Per Renzi non è facile trovare la soluzione, anche perché la minoranza dem vorrebbe entrare nella partita, magari con un suo esponente agli Affari Regionali nel caso in cui il dicastero di Lupi restasse all'Ncd. Ma in questo caso i renziani doc resterebbero a bocca asciutta. Ecco perché il premier ha provato a sondare Mattarella sullo spacchettamento del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in questo modo avrebbe potuto tenere insieme Ncd, renziani doc e sinistra Pd. La speranza era quella di trovare un cavillo nella Legge Bassanini che consentisse almeno una divisione in due, ma non c'è stato nulla da fare. Il Presidente della Repubblica è stato categorico. Non se ne parla. E così per Renzi tutto è tornato in alto mare.