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Politica
Mes, se l'Europa esiste batta un colpo. Ora o mai più

Secondo quanto abbiamo appreso dal capo delegazione di Fratelli d Italia al Parlamento Europeo, Carlo Fidanza, lunedì prossimo (in anticipo sui tempi previsti) la Commissione europea si appresterebbe a siglare il tanto famigerato Mes, il trattato salva stati tanto contestato dal nostro paese e non solo. Se così fosse sarebbe l'ennesima dimostrazione di quanto questa Unione Europea non abbia assolutamente compreso la gravità della situazione. "Chiedo una moratoria sul rinvio sia della riforma del MES, nonché di tutti gli altri accordi internazionali attualmente all'esame del Parlamento europeo, nell'interesse della comunità italiana, ma anche delle stesse istituzioni europee, al fine di evitare possibili vantaggi indebiti, dello stato di emergenza in cui si trova l'Italia, ed evitare che qualcuno possa trarre a proprio favore, decisioni di per sé non urgenti in un momento in cui le priorità sociali ed economiche sono di tutt'altra altra natura". Ha chiesto oggi in un'interpellanza parlamentare al ministro dell'Economia Gualtieri, il senatore di Fratelli d'Italia, Andrea de Bertoldi. Ma anche il leader della Lega e Tajani di Forza Italia hanno chiesto al governo di far sentire la propria voce in Europa. Insomma invece di pensare a come prepararsi a dare un sostegno concreto ad un'economia per ora ma solo per ora in Italia, che è già in ginocchio a causa del virus, come già sta pensando a fare l'America e come già ha previsto la Cina, da dove il virus si è propagato in tutto il mondo, l'Europa prosegue nella sua miopia inspiegabile. D’altra parte che la situazione sia gravissima e che potrebbe presto diventare drammatica lo certifica un rapporto della società di consulenza internazionale Eurasia group, che ipotizza tre scenari dal punto di vista economico conseguenti agli effetti della epidemia. Se il quadro dei contagiati a livello internazionale aumenta, infatti, a luglio potrebbe registrarsi una recessione mondiale. Con un effetto immediato sulle catene di rifornimento e perdite sui bilanci di imprese e famiglie. Per cercare di contenere questa emergenza, le banche centrali potrebbero riformulare le domande, ma questo non rallenterà lo stato di instabilità finanziaria. Inevitabilmente si dovranno rivedere le politiche fiscali.
Sull’economia, il report sostiene che “la diffusione globale del virus, e la crescente evidenza di dislocazioni diffuse oltre la Cina, mette in discussione le speranze di un esito positivo”. In uno “scenario benigno” Eurasia Group aveva previsto conseguenze critiche per la strategia di stabilizzazione economica di Pechino. Con uno scenario più grave, in cui il picco dell’epidemia non si verifica fino a dopo la metà dell’anno, la situazione si aggrava. Un’altra possibilità ancora più preoccupante sarebbe prevista in caso di una diffusione del virus fino alla fine del 2020. “Gli ultimi due scenari avrebbero conseguenze ampie e protratte per l’economia globale, anche dopo la fine dell’epidemia”, conclude il report. Insomma nella più ottimistica delle previsioni si avrebbe una recessione breve, nel peggiore la recessione potrebbe durare anni. Ed ecco che di fronte a tutto ciò desta sconcerto l’ atteggiamento ambiguo e interlocutorio di questa Europa che ancora non ha deciso se dare il via libera definitivo al nostro paese all'inevitabile sforamento sul deficit. Il virus corre e non aspetta certo le carenze decisionali di questa Europa sempre più distante dai propri cittadini e sempre arroccata su questa sua politica ambigua ed ondivaga concentrata sul dogma dell'austerità a tutti i costi, che ha già dimostrato di essere fallimentare. Qualcuno forse esagerando ha affermato che questa situazione è come essere in una situazione di guerra, e se anche in circostanze così drammatiche non si interviene presto e in maniera univoca e ferma, poi non ci si lamenti se sempre più gente si allontanerà dall idea di questa Europa unita. Ora occorrono anche dalle istituzioni europee i fatti concreti e necessari per cercare di limitare il più possibile gli inevitabili danni, il tempo dell attendiamo e delle parole di circostanze è finito da un pezzo.

vcaccioppolo@gmail.com

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