Migranti, l'Europa umilia Renzi e Alfano
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Per Matteo Renzi è davvero un venerdì 17. Mentre il premier tutto Twitter e Facebook mette alla prova il suo scarso inglese a Washington, dall'Unione europea arriva uno schiaffo tanto poderoso quanto inatteso. Il capo del governo e il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, hanno per mesi raccontato la litania dell'Europa che deve essere maggiormente coinvolta nell'emergenza immigrati. Così è stato (almeno a parole) con la trasformazione dell'operazione Mare Nostrum in operazione Triton, ma, proprio mentre gli sbarchi aumentano a dismisura (e con l'estate in arrivo andrà sempre peggio) e i morti sono quasi quotidiani, da Bruxelles arriva un'anticipazione del Consiglio dei ministri degli Esteri, che lunedì avrà in agenda la Libia, che fa tremare Palazzo Chigi e il Viminale: i limiti dell'operazione Triton "li vediamo" ed è chiaro che in assenza di un governo in Libia i rischi per terrorismo e ondate migratorie crescono ma tra i 28 "non c'è ancora la volontà collettiva di un'azione marittima più forte", spiegano fonti comunitarie. Traduzione: l'Italia, Renzi, Genitloni, Alfano e la Pinotti si arrangino. Il problema dei migranti (o clandestini come dicono Salvini e la Meloni) è un problema che deve affrontare il governo di Roma. Ma come? E le rassicurazioni sul lavoro svolto in Europa per una maggiore partecipazione dei partner? E il ruolo della renziana Mogherini? Zero. Niente. Già la situazione nel nostro Paese rischia di esplodere in questi giorni, l'emergenza è stto gli occhi di tutti, poi con i mesi più caldi dietro l'angolo e l'Ue che non muoverà nemmeno un dito (oltre al quasi nulla che sta facendo adesso) il problema può soltanto peggiorare ulteriormente. Forse Matteo Renzi, tornando dagli Usa, potrebbe fermarsi qualche ora a Bruxelles per cercare di trovare una soluzione per un problema già grave e che rischia di diventare presto esplosivo.