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Politica
Misiani: "Bonomi? Critiche legittime. Ma contenuti ben poco innovativi"
Antonio Misiani

Che cosa pensa delle critiche pesanti del neo-presidente di Confindustria Carlo Bonomi al governo?
"La preoccupazione per la crisi economica, il richiamo ad evitare interventi a pioggia e la sollecitazione a definire un progetto chiaro per lo sviluppo del Paese sono considerazioni legittime, che meritano risposte concrete da parte del governo. I toni inutilmente polemici sono invece molto deludenti e alcuni contenuti ben poco innovativi. Il punto di fondo, però, è tutto politico. Dal governatore della Banca d'Italia ma anche dal Presidente della Repubblica sono venuti in questi giorni inviti molto forti ad una rinnovata coesione nazionale, indispensabile vista la situazione del Paese e i mesi difficili che abbiamo di fronte. Le organizzazioni economiche e sociali - a partire da Confindustria - hanno ovviamente tutto il diritto di muovere critiche e avanzare proposte. Ma hanno anche il dovere di assumersi fino in fondo la responsabilità di concorrere a scrivere il nuovo contratto sociale di cui ha bisogno l'Italia".

L'Italia dovrebbe utilizzare il Mes senza condizioni?
"L'Italia deve scrivere il suo Recovery Plan, deve decidere le priorità attorno alle quali mobilitare i fondi europei ma anche le risorse nazionali pubbliche e private. Detto questo, io credo che dobbiamo valutare con la massima attenzione tutti gli strumenti che la Commissione Ue ha messo a disposizione dei governi nazionali, dal programma Sure ai prestiti Bei, dalla linea di credito senza condizioni del MES fino al Recovery Fund, che con i 173 miliardi potenzialmente disponibili per l'Italia tra prestiti e contributi rappresenta l'opportunità di gran lunga più importante e interessante per il nostro Paese".

Quali sono i tempi della riforma fiscale del governo? Partirà dal 2021 o prima?
"Nel 2020 abbiamo tagliato il cuneo fiscale per 3 miliardi a vantaggio dei lavoratori dipendenti e abbiamo cancellato definitivamente le clausole di salvaguardia, riducendo permanentemente l'IVA e le accise di 20 miliardi nel 2021 e 27 miliardi annui dal 2022. La riforma fiscale deve essere parte integrante del "patto sociale" che vogliamo discutere con le organizzazioni economiche, i sindacati, le istituzioni territoriali. La manovra di bilancio per il 2021 è il momento giusto per iniziare ad attuarla".

Ci sarà una riduzione delle aliquote?
"L'obiettivo che dobbiamo porci è ridurre ma anche redistribuire il carico fiscale, alleggerendolo per chi lavora, per chi fa impresa e per le famiglie con figli a carico. Possiamo recuperare le risorse necessarie riducendo drasticamente evasione e elusione fiscale, chiedendo di più a chi inquina e tagliando progressivamente i sussidi ambientalmente dannosi. Questi interventi vanno coordinati con quanto ha in programma di fare l'Unione Europea: il piano "Next Generation EU" presentato dalla Commissione propone di finanziare il Recovery Fund anche con nuove risorse fiscali proprie che graverebbero sulle emissioni di CO2, sull'economia digitale e sulle grandi multinazionali".

Di quanti miliardi di euro si parla più o meno?
"E' presto per dare cifre. Di sicuro la riforma di cui ha bisogno il Paese deve mettere in moto risorse molto importanti, per avere effetti significativi dal punto di vista dello sviluppo e dell'equità sociale".

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