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Politica
Nordio vuole cancellare l'abuso d'ufficio. Ok di Renzi e Calenda

Verso la svuotamento del'abuso d'ufficio, il terzo polo ci sta

Carlo Nordio vuole depenalizzare l'abuso d'ufficio. E il terzo polo ci sta. Ne scrive oggi Il Fatto Quotidiano: "L’ipotesi più concreta è quella di circoscrivere meglio i confini dell’abuso d’ufficio. Si agirà sulla cosiddetta “paura della firma” togliendo al giudice penale il sindacato sulle decisioni sui provvedimenti amministrativi, lasciando che se ne occupi solo il Tar".

Secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano, "poi il governo proverà a eliminare l’abuso di vantaggio (viene perseguita l’ipotesi che un atto possa provocare un vantaggio a qualcuno) mantenendo quello di danno nei confronti di qualcun altro e allo stesso tempo cancellando l’omissione di atti d’ufficio". Ma, prosegue sempre il Fatto Quotidiano, "il governo potrebbe pure modificare la legge Severino, abolendo la sospensione per i sindaci condannati in primo grado, e poi intervenire sul traffico di influenze, ritenuto un reato “troppo fumoso”. 

Tutti temi su cui Italia Viva e Azione sembrano essere in piena linea col governo.  “Siamo dalla parte del ministro Nordio sul tema abuso d’ufficio purché l’approccio vada nel senso della radicale ridefinizione della materia della responsabilità 'formale' del pubblico amministratore. Presenteremo una nostra proposta in Parlamento. Ovviamente siamo pronti a confrontarci con il governo per giungere ad un testo condiviso”. Lo dichiara Enrico Costa, vicesegretario di Azione e presidente della Giunta per le Autorizzazioni alla Camera dei Deputati.

“Purtroppo molti politici, quando siedono in Consiglio comunale - quando si trovano all'opposizione - usano l’esposto in Procura anziché l’interrogazione. Così facendo sperano che un pm mandi un avviso di garanzia al Sindaco, del quale sono pronti a reclamare le dimissioni. Se poi capita che arrivi una condanna in primo grado per abuso d'ufficio (quelle definitive sono rarissime) scatta la sospensione dalla carica per la legge Severino. In tanti si sono quindi dimessi, salvo poi essere assolti in Appello o Cassazione. Le condanne definitive sono 1 ogni 100 inchieste aperte. Ma tanti sono già assolti in primo grado. Peccato che molti di essi siano ormai ex sindaci, perché per il fango si sono dimessi o non si sono ripresentati, o hanno perso le elezioni sulla spinta dell’indagine. Ci vuole anche una norma che sanzioni gli autori di esposti infondati, fatti solo per ragioni politiche, che oggi proliferano, perché oggi basta una formuletta dubitativa per non rischiare conseguenze”, conclude Costa. 

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