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Politica
Omicidio stradale, l'uso del cellulare mentre si guida diventa un'aggravante

Omicidio stradale, il cellulare mentre si guida diventa un'aggravante

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso di mettere mano alla legge sugli omicidi stradali, con l'obiettivo di inasprire le sanzioni. Il guardasigilli sta preparando un ddl ad hoc, ma all'interno della maggioranza le nuove sanzioni non convincono Italia Viva. Bonafede ha convocato per oggi pomeriggio a via Arenula un tavolo di maggioranza per chiedere un veloce via libera ad un disegno di legge. Una novità rilevante - si legge sul Messaggero - è che nel reato di omicidio stradale diventa un aggravante anche l'uso del cellulare alla guida, ovvero l'utilizzo di apparecchi radiotelefonici o cuffie sonore. Dunque guidare al telefono, in caso di omicidio stradale, sarà considerato un'aggravante così come lo è la guida in stato di ebbrezza.

Stretta soprattutto per chi omette di prestare assistenza o non si mette immediatamente a disposizione della polizia giudiziaria: al momento è previsto un aumento di pena di un terzo, ora diventa di due terzi, della metà e non più di un terzo se il conducente è in stato di ebbrezza alcolica. Si prevede inoltre che in caso di uccisione di più persone la pena debba essere aumentata almeno di un terzo. Per omissione di soccorso è previsto l'arresto obbligatorio, non più facoltativo. Si introduce l'arresto obbligatorio del conducente che, in caso di omicidio stradale e lesioni stradali aggravate ometta di collaborare, dandosi alla fuga o non prestando la necessaria assistenza alle persone ferite o non mettendosi a disposizione della polizia giudiziaria, si spiega nella motivazione del provvedimento.

La proposta che Bonafede porterà al tavolo però non va nella direzione auspicata da Iv. «L'aggravante dell'uso del cellulare in macchina osserva per esempio il renziano Cucca è una stupidaggine. Impossibile verificarlo, meglio trattare con le case automobilistiche per inserire delle scatole nere». Perplessità arrivano pure dal Pd, disponibile solo ad «interventi chirurgici» ma non ad appoggiare «provvedimenti populisti».

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