Palazzi & potere
Benetton, i piani per vendere tutto l' impero

Non c' è una successione interna alla famiglia e così i patriarchi Gilberto e Luciano studiano l' ipotesi di fare cassa.
Vendere, vendere, vendere il più possibile: l' Autostrada del Sole e le altre che le fan corona, gli aeroporti romani di Fiumicino e Ciampino, perfino il ramo della maglieria, negozi compresi. Arrivati intorno all' ottantina, i fratelli Benetton (Luciano 81 anni, Gilberto 75) stanno allontanandosi dal loro impero. Ancora non hanno ufficializzato nulla, ma che stiano rimuginando su due percorsi di cessione è noto a una stretta cerchia di manager e dirigenti. La prima ipotesi è trasformare il gruppo in una specie di fondo sovrano privato: il fondo dei monarchi Benetton. Scendere dal 46 per cento attuale di proprietà della capogruppo Atlantia fino al 15 per cento circa, vendendo cioè il 30 per cento e trasferendo la guida delle aziende e la scelta dei manager ad altri soggetti, probabilmente stranieri. Atlantia vale tra i 14 e i 15 miliardi di euro e in Italia nessuno è in grado di reggere queste cifre. I Benetton si trasformerebbero in rentier, dediti al reinvestimento della montagna di quattrini incassati verso nuovi affari, operazione per cui potrebbero ancora avvalersi di Carlo Bertazzo, attuale direttore generale di Edizione, la holding di famiglia. Subordinato a questo primo percorso ce n' è un altro che prevede la sola vendita di Aspi-Autostrade per l' Italia, la concessionaria che gestisce gli 800 chilometri dell' Autostrada del sole più altri 2 mila, di cui è amministratore Giovanni Castellucci che è anche amministratore di tutto il gruppo Atlantia. I Benetton, scrive daniele martini sul fatto, intendono vendere per tanti motivi. Privati, anagrafici e familiari prima di tutto, ma anche di natura economica, politica e di mercato.
