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Palazzi & potere
Conte, la strategia del "grande centro" benedetta da Merkel e Vaticano

Si salvi chi può! Sull'asse Conte-Mattarella sono giornate di grande fibrillazione e a differenza del passato manca una completa sintonia sul futuro del paese: Conte sarebbe disposto ad andare avanti anche con un governo di minoranza, Mattarella invece non ne vuol sentir parlare ma la Costituzione non gli consente di agire fintanto che Conte stesso non si sia formalmente dimesso o non venga sfiduciato. Ma come stanno veramente le cose alla vigilia del doppio voto di Camera e Senato? "La cosa è semplicissima" spiegano fonti di altissimo livello che stanno seguendo il dossier "responsabili": "Conte passa martedì, magari anche con soli 153 voti. E va avanti. Poi se in un paio di settimane escono allo scoperto e fanno un gruppo i responsabili si va ad un patto di legislatura e si prova ad andare fino al 2023 (con questo Conte Bis, Ter, senza crisi, con la crisi, non è importante): ma con un governo politico. Se invece i Responsabili non si faranno vivi entro i prossimi 15 giorni si andrà al voto giugno." Ecco spiegato quello che potrà accadere. E Renzi? Può rientrare in gioco? No, "con Renzi è chiuso tutto". Impossibile riaprire dopo quello che ha fatto. E su questo concordano Conte, Zingaretti e i 5Stelle.

Ma dietro il "niet" a Matteo Renzi da parte di Palazzo Chigi c'è molto di più. Si tratta della costruzione del "grande centro" che Renzi avrebbe voluto tutto per sé e che invece Conte sta tentando di "sfilargli di mano": è per questo che Renzi ha fatto scoppiare la crisi di governo ora, per "tagliare le gambe" al nascituro progetto centrista di "Giuseppi" e per lo stesso motivo Conte ora non vuole perdonare Matteo Renzi per lo sgarbo subito. Perdonare Matteo Renzi significherebbe rimetterlo in gioco per il grande centro. L'idea di Palazzo Chigi, con la benedizione di Bettini, Gianni Letta e D'Alema è quella di un grande rassemblememt centrista che sia alleato con un partito democratico sempre più spostato a sinistra. Conte si è messo in testa di diventare il "dominus" del nuovo centro italiano. Esattamente quello che voleva fare Renzi. Per questo Matteo si è messo di traverso tentando di disarcionarlo con la crisi di governo. Nelle intenzioni, il "grande centro" alleato al Pd dovrebbe essere in grado di sconfiggere i sovranisti alle prossime elezioni. E proprio per questo si guarda molto anche a Silvio Berlusconi nella speranza che dia una mano da subito: qualche assenza strategica nelle file di Forza Italia sarebbe l'ideale per abbassare il quorum e favorire il Premier Conte nella ricerca del "voto fiduciario". Poi, in seguito, si tratterà di "staccare" il Cav da Salvini e Meloni per tagliare le gambe elettorali al centro destra. Anche in Europa, in nome dell'antisovranismo, il progetto è stato già discusso e apprezzato tanto che avrebbe incassato persino la benedizione di Angela Merkel. Non per niente il progetto, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe servire anche a costruire la costola italiana dei popolari europei. “Il premier - dicono tra i fedelissimi - punta alla costruzione di un gruppo a forte vocazione cattolica ed europeista, con solide radici nel Ppe". Parere favorevole al progetto è stato dato anche dalle alte sfere vaticane. Tutte le "falangi" cattoliche sono d'accordo nel sostenere l'iniziativa. Adesso bisogna soltanto vedere se i promotori dell'iniziativa centrista saranno in grado di mantenere fede agli impegni presi.

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