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Palazzi & potere
Madia e la riforma della PA: il punto

Il Ministro Madia riceve i sindacati e sembra dare aperture.
Chiede contributi per elaborare atti di indirizzo, prospetta maggior ruolo di Contratto rispetto a legge, propone di far marciare insieme contratto e Testo unico del Pubblico impiego.
Parla di merito, valutazione, reclutamento e prospetta una PA più efficiente.
Noi dirigenti di Codirp, Unica Confederazione dei dirigenti pubblici, dei dirigenti e professionisti della Repubblica,  presenti in tutti i 4 nuovi Comparti, oltre che in Presidenza, abbiamo messo  in guardia la Ministra da soluzioni - di legge e di contratto - che abbiamo letto ci appaiono confuse e non valide.

La riforma indebolisce e precarizza la dirigenza. 
 

Abbiamo formulato due domande e due offerte, al Ministro. 
 

1) Domandiamo al Governo di aiutarci a frenare la campagna mediatica contro la PA e la sua dirigenza. Serve rispetto per tutti i servitori dello Stato onesti e competenti. 

In concreto, alcune misure proposte nella legge Madia - che apprezziamo nei principi di delega che propone -,non aiutano ad aumentare tale rispetto. Un esempio: quando si dispone che il dirigente valutato negativamente e senza incarico può retrocedere a funzionario e nulla si dispone sulla progressione di carriera che può/deve avere il dirigente bravo, efficace e competente, non si lancia in segnale di grande fiducia nella categoria. Dobbiamo correggere ciò nei decreti delegati. Correggere subito per evitare "effetto Del Rio" ( codice appalti  corretto dopo 2 mesi con marea di errori)
 

Offriamo collaborazione al Governo e invitiamo - con espresso riguardo alla Area delle Funzioni centrali - a valorizzare la formazione quale strumento per la reale riuscita della Riforma, come già avviene per le altre Aree Sanità e Scuola e Ricerca. Questioni specifiche sulle gravi realtà dei dirigenti della sanità, della scuola e delle professionalità sanitarie le segnaleremo a parte in appositi e specifici documenti confederali.
 

Per la mobilitá tra le funzioni, serve aggiornamento. É una spesa di investimento che deve essere prevista nel CCNL. Ci offriamo di parlarne.
 

2) Domandiamo il rinnovo del CCNL e lo che chiediamo a gran voce. Chiediamo che il rapporto di lavoro dei dirigenti e professionisti pubblici sia disciplinato dal Contratto collettivo, e che cessi la disciplina di fonti non contrattuali del rapporto di lavoro. 

Chiediamo che il CCNL  assegni risorse (aumenti) in base al principio prestazione/controprestazione. Il contratto di lavoro non è assistenzialismo e grave sarebbe far passare il segnale di aumenti proporzionati al reddito, invece che alle prestazioni rese. Diverso concetto è quello della riduzione della forbice retributiva che esiste - a parità di prestazioni - nei vari ambiti. 

Chiediamo un sistema di relazioni sindacali per la dirigenza che sia rispettoso del ruolo e della funzione dirigenziale, e, dunque, incisivo sui temi dell'organizzazione del lavoro.
 

E offriamo una proposta concreta. 

Premessa e antefatto del rinnovo contrattuale, così come della discussione sui decreti delegati sulla riorganizzazione della PA è la rilevazione di quale sia la forza effettiva delle risorse disponibili sulle quali la pubblica amministrazione può contare per attuare meccanismi di miglioramento e di diversa organizzazione. Perché la PA sia motore e promotore del proprio cambiamento è necessario partire dalla fotografia delle risorse umane, della organizzazione e allocazione delle pstesse. Occorre rilevare quante siano le consulenze, i rapporti di lavoro coordinati e continuativi e comunque quanti siano tutti i rapporti di lavoro in essere con la PA di personale non dipendente, non subordinato, a titolo oneroso e a titolo gratuito. L’obiettivo è verificare non siano esternalizzati servizi e funzioni che normalmente devono essere resi all’interno dell’apparato pubblico. Situazioni eccezionali di affidamento all’esterno devono essere, infatti,adeguatamente motivate e limitate a specifiche situazioni. Il monitoraggio preliminare deve riguardare anche tutti gli affidamenti di servizi e di appalti in essere nelle pubbliche amministrazioni. 

Pari rilevanza ha la necessità di rilevare la effettiva distribuzione degli uffici, delle funzioni dirigenziali tra centro e territorio, anche al fine di verificare la funzionalità dei parametri e del sistema di soggetti valutatori che si proporranno.

La richiesta è antefatto dell’apertura di trattative o discussioni relative alla riforma della PA anche alla luce delle conferme pervenute dal rapporto della Corte dei Conti sul costo del lavoro pubblico per gli anni 2010-2015 (Relazione 2016 – Rapporto sul costo del lavoro pubblico adottato con delibera a Sezioni Riunite n. 8/2016). Emerge, infatti, che “si conferma anche nel 2015, il trend della spesa per redditi da lavoro dipendente che nel periodo 2010-2015, cioè negli anni interessati dalle misure restrittive…, registra una diminuzione complessiva di quasi 11 miliardi pari a poco più del 6 per cento….La diminuzione della spesa di personale è risultata in tutti gli anni considerati di gran lunga superiore alle aspettative.
Speriamo che la Ministra ascolti la sua dirigenza e non considera le audizioni e gli incontri con noi misure dilatorie...! 


 

Barbara Casagrande
*Segretario Generale Codirp e Unadis

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madia





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