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Palazzi & potere
Pd, e 5Stelle: trattative segrete in corso per il dopo Conte

Giuseppe Conte deve stare bene attento alle prossime mosse. Lo sanno bene i maggiorenti del Pd come quelli dei 5Stelle: pubblicamente dicono di essere pronti a battersi fino all'ultima goccia di sudore per difendere "Giuseppi" ma in privato non è affatto così. E Conte lo sa. Per questo a Palazzo Chigi si preferisce il soliloquio al colloquio, la conferenza stampa alle aule parlamentari; ma soprattutto ci si guarda attorno con circospezione. Perché tra Pd e 5Stelle sono già cominciati gli "annusamenti" per il "dopo" e le recenti le dichiarazioni di Luigi Di Maio non fanno che alimentare ulteriormente i sospetti: "Le prerogative costituzionali sono ben chiare, non esistono automatismi” ha detto il ministro degli Esteri.

Il messaggio è chiaro, come confermano fonti interne al Movimento: tra i pentastellati c'è chi sarebbe ben disponibile a ragionare di un Premier che non sia per forza Conte; e non si tratta affatto di frangie minoritarie del partito. Insomma, tutto può accadere anche che si scelga un nuovo Presidente del Consiglio nel corso di questa legislatura per gestire la Fase 3, la più importante, quella che dovrà ricostuire il paese con i soldi che pioveranno da Bruxelles. Ed anche nel Pd, tranne Zingaretti (che però ha già dimostrato di saper cambiare idea quando necessario) la pensano esattamente alla stessa modo, a cominciare da quel Dario Franceschini, vero uomo forte del partito (e sempre più stimato dalle parti di Silvio Berlusconi e di Giancarlo Giorgetti) che non farebbe mai un passo senza il benestare del Quirinale. "Franceschini sarebbe disponibile a sondare scenari alternativi all'attuale governo purché il tutto avvenga nel segno della stabilità, magari mantenendo l'attuale perimetro di maggioranza" spiega chi lo conosce bene. Il ragionamento che si fa tra molti big del Nazareno è che manca un progetto forte per il rilancio del paese: senza, la tensione sociale ed economica potrebbe diventare inarrestabile con rischi per la tenusta stessa del sistema. Non si può andare avanti a colpi di bonus e mancette, limitandosi a gestire l'ordinario.

Pochi sanno però che pochi giorni fa, prima che scoppiasse la pace (sicuramente provvisoria) tra Italia Viva e il premier Conte, non era passato inosservato questo virgolettato fatto filtrare dai renziani: "Noi non pretendiamo che il Pd o i 5Stelle la pensino come noi ma un dialogo c'è. Il problema è Conte. Persino i rapporti con i 5 Stelle sono migliori di quelli con il premier...". È evidente che il primo obiettivo non è necessariamente rompere con il M5S, ma esautorare "l'avvocato del popolo" (e il suo portavoce, Rocco Casalino) da Palazzo Chigi. Sfruttando così i rapporti ai minimi termini tra il M5S e il Premier, aggravati da alcuni passaggi recenti come quello sulla regolarizzazione dei migranti (molti 5Selle accusano il capo del Governo di essere in generale troppo schiacciato sulle posizioni del Pd) Renzi tra i suoi ragionamenti ne fa uno semplice per sbarazzarsi di Conte: l'unico modo in cui è possibile convincere il MoVimento 5 Stelle a farlo fuori è quello di ingolosirlo con la poltrona di Palazzo Chigi, quella che il 5Stelle insegue invano da due anni, da partito di maggioranza relativa. Ovviamente il prescelto non potrebbe essere Di Maio, troppo ingombrante, ma dovrebbe trattarsi di un Cinquestelle meno "appariscente". Tra i ministri pentastellati più apprezzati o comunque meno invisi alle altre forze di maggioranza, sicuramente si segnala Stefano Patuanelli, ma a sorpresa spunta pure il nome di Fabiana Dadone, il titolare della Funzione pubblica che gode di buona stima nel Pd e non sembra avere troppi nemici interni nel M5S. L'idea di un premier donna naturalmente solletica molti, perché sarebbe un inedito nella storia della Repubblica, un inedito di cui gli azionisti di questa maggioranza potrebbero anche fregiarsi. Peraltro sono noti gli ottimi rapporti di Dadone con il Quirinale, dettaglio che non guasta.

Insomma, lo schema che si starebbe segretamente vagliando tra Pd e 5Stelle sarebbe quello di dare ad un 5Stelle Palazzo Chigi e al Pd la possibilità di scegliere il prossimo presidente della Repubblica. D'altra parte al Nazareno i candidati per il Quirinale non mancano: Gentiloni, Letta, Veltroni, Franceschini, Prodi. Tutti papabili, Draghi permettendo. Per tutte queste ragioni Pd e 5Stelle si chiedono quanto potrà durare la tregua tra Conte e i renziani. Perchè è evidente che l'ex Premier tirerà la corda finché potrà senza spezzarla e continuerà a giocare al rialzo fino a un possibile showdown che potrebbe verificarsi nel corso dell'estate.

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